CARL SANDBURG
ALLA FINESTRA
Datemi fame,
o voi dèi che sedete e date
ordini al mondo.
Datemi fame, dolore e mancanza,
chiudetemi fuori dalle vostre porte
d’oro e fama
con vergogna e fallimento,
datemi la vostra più meschina, sfinita fame!
Ma lasciatemi un po’ d’amore,
una voce che mi parli sul finire del giorno,
una mano che mi tocchi nella stanza buia
a spezzare la lunga solitudine.
Nel crepuscolo dello spettro del giorno
che offusca il tramonto,
una piccola errante stella d’occidente
che mi spinga fuori dalle mutanti rive dell’ombra.
Lasciatemi andare alla finestra,
e là guardare le figure del giorno all’imbrunire,
e aspettare, sapendo dell’arrivo di un po’ d’amore.
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“Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d'amore” scriveva Giacomo Leopardi in Lettera all’Antonietta. Tutti abbiamo bisogno d’amore, è una necessità insita nella nostra umanità, è un desiderio spirituale prima che fisico. Anche il poeta americano Carl Sandburg, cantore della civiltà industriale delle grandi fabbriche del primo Novecento e della Chicago “grande macello del mondo”, siede la sera aspettando l’amore, è pronto a barattare la fama e la ricchezza per un po’ d’amore, anche solo per la sua speranza, la sua parvenza. E magari pensa all’Iperione di Friedrich Hölderlin: “Che cosa è tutto quanto gli uomini han pensato in millenni, di fronte a un solo istante di amore? È pur la cosa più perfetta, più divinamente bella della natura! Colà guidano tutti i gradini sulla soglia della vita, di là veniamo, colà andiamo!”
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Edward Hopper, “Ufficio in una piccola città”
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LA FRASE DEL GIORNO
Ho bisogno d'amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita.
GIACOMO LEOPARDI, Lettere
Carl Sandburg (Galesburg, Illinois, 6 gennaio 1878 – Flat Rock, North Carolina, 22 luglio 1967), poeta statunitense. Nella sua poesia, in cui è costante il richiamo ai principi della solidarietà democratica, l’evidenza delle immagini e l'andamento discorsivo creano un linguaggio sperimentale, giocato sui contrasti e sulla vivacità della scansione.
4 commenti:
...ti rispondo così stamattina....
prima sentivo una conversazione al telefono di una Persona.
Morale...
"abbiamo bisogno di conoscere"
Ciaoo Vania
...dimenticavo...
era una battuta su Cupido...alle volte...è meglio che vada a farsi un giro...è vero!!! :))))
Non mi ero mai reso conto che si potesse cantare mille e mille volte l'amore senza mai annoiare il lettore dotato di un minimo di sensibilità. Bella questa poesia, ma chissà quante altre liriche significative ci farai ancora conoscere.
la poesia è universale, la si racconta ovunque e in vari modi: per questo non ci annoiamo mai
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