OCTAVIO PAZ
AUTUNNO
In fiamme, nell’incendio degli autunni
arde a volte il mio cuore,
puro e solo. Il vento che lo desta
tocca il suo centro e lo sospende
nella luce che sorride per nessuno:
quanta bellezza liberata!
Anelo mani,
una presenza, un corpo,
quel che frantuma i muri
e fa nascere le forme inebriate,
un tocco, un suono, un giro, solo un’ala,
celesti frutti della luce nuda.
Nel mio intimo cerco
ossa, violini intatti,
vertebre oscure e delicate,
labbra che sognano labbra,
mani sognanti uccelli…
Qualcosa che non si conosce e dice: “mai”
cade dal Cielo,
da te, mio Dio e mio avversario.
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Autunno: ardono i giardini che si colorano di giallo e di rosso, accendendo fiammate qua e là. Allo stesso modo il cuore del poeta subisce questa bellezza malinconica, il saluto della natura alla vita, il prepararsi allo stato di sonno invernale. E arde in consonanza con la natura, si consuma in un desiderio di eterno proprio quando la stagione lo mette di fronte all’evidenza del trascorrere del tempo.
Il Premio Nobel 1990 Octavio Paz, nel suo sperimentalismo poetico che non permette di incasellarlo in nessuna corrente, va alla ricerca delle radici esistenziali: ancora una volta chiede di superare l’incomunicabilità e la solitudine attraverso l’amore in questa partita a scacchi con Dio che è la vita.
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Fotografia © Richard Nebesky
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LA FRASE DEL GIORNO
Per gli uomini l’autunno è tempo di raccogliere, di radunarsi insieme. per la natura è il momento della semina, dello spargersi intorno.
EDWIN WAY TEALE, Autumn across America
Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998), poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.
4 commenti:
...direi che è Perfetta...ed io non sono nessuno.:(..:)
....ti scrivo dure righe che avevo scritto molto tempo fà....dimmi quello che pensi....siii sincero....:(...mi è venuta in mente leggendo le tue parole.
Come pedina
Come una pedina su una scacchiera...
conosci le mie mosse e giochi il tuo gioco come fossi io in vantaggio...
azzecchi e azzardi strategie per farmi credere che la partita ormai l'ho vinta...
invece sei tu che hai vinto me.
ciao Vania
una bella similitudine, io spezzerei i versi lunghi e toglierei i puntini :-)
Splendida. Mi ci ritrovo... Non ho molte parole ultimamente, non quante ne vorrei.. Bello leggerti, grazie! :)
Grazie, My :-)
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