“Addio, parola di vetro. I poeti sono vasi di Murano, bellissimi da vedere ma delicati nel fiato. Qualcuno ti ha tolto il respiro, qualcuno ti ha toccato il cuore”.
Alda Merini si è spenta ieri a Milano. La poetessa era un personaggio inconsueto nel panorama letterario italiano: la sua vita, iniziata nel capoluogo lombardo il primo giorno di primavera del 1931, ebbe una vita tempestosa, almeno fino al termine degli Anni ‘80, quando la legge Bacchelli la fornì di un meritato di vitalizio. La Merini, precoce scrittrice, si vide pubblicate le prime poesie a diciannove anni, grazie a Angelo Romanò e Giacinto Spagnoletti: era il 1950 e vennero incluse nelle antologie “Poesia italiana 1909-1949” e “Poetesse del Novecento”. L’amore agitato con Giorgio Manganelli riporta alla luce i disagi già manifestati nell’adolescenza: dal 1965 al 1972 la poetessa è internata, salvo brevi pause, in un ospedale psichiatrico. Questo spiega il ventennale silenzio tra le prime opere e “La Terra Santa”, la raccolta con cui torna alla poesia e alla vita nel 1984. Sono gli anni in cui Alda Merini vive nella sua casa sui Navigli, dopo due matrimoni e quattro figlie, in stato di emarginazione, accompagnata dai suoi gatti e in condizioni igieniche non ottimali, con la colazione offerta dai gestori del Bar Chimera. Come detto, intervenne la legge Bacchelli a sottrarla al degrado e a consegnarla agli ambienti letterari e al mondo televisivo, a una serenità finalmente raggiunta, non senza qualche atto dell’antica follia, come lo sperpero del prestigioso premio Librex Montale con il trasferimento in hotel e regali agli amici barboni, e con una salvezza cercata nella spiritualità e nella fede.
Così ne traccia il profilo poetico Maurizio Cucchi: “Che fosse una poetessa non c’è dubbio, ma di una specie particolare. E cioè indisciplinata negli esiti, dove sapeva colpire con improvvise immagini vibranti e forti accensioni suggestive, ma dove anche poteva concedere, più o meno consapevolmente, soluzioni piuttosto facili e di non meno facile ascolto”. Proprio la sua ultima poesia, quella dedicata alla scomparsa dell’amico Mike Bongiorno è testimonianza di questo basso livello, del “facile” cui fa riferimento Cucchi, ben lontano dalle vette di altri componimenti.
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Ha nevicato molto sul mio destino una pioggia torrenziale e felice come quella dei santi. Qualsiasi patria mi sarebbe andata bene ma la grandiosità della follia è stata il mio maggior culto. A Torino ho messo radici segrete ho inventato un comandamento a cui non ho mai obbedito e questa disobbedienza segreta ha fatto fiorire i miei migliori versi.
(inedito per “La Stampa”, giugno 2009)
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Liberatemi il cuore da questa assurda stagione d'amore piena di segreti ricordi. La sua bellezza come un sandalo d'oro mi ha colpito la fronte in cima ai miei pensieri. La sua bellezza, unica al mondo possibile, e il suo giovane cuore buttato tra le siepi delle mie povere cose mi hanno donato la speranza del fiore. Lui stesso è un fiore, madre, un fiore di giovinezza, il fiore del gaudio e del dominio, il fiore della mia lenta stagione. Lui stesso è zolla, madre, ma le zolle vogliono essere fecondate e io non ho semi.
(da "Ballate non pagate", 1995)
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La cosa più superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l'anima si getta all'avventura. Lui tace nel tuo grembo come riassorbito dal sangue che finalmente si colora di Dio e tu preghi che taccia per sempre per non sentirlo come un rigoglio fisso fin dentro le pareti.
(da “Superba è la notte”, 2000)
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LA FRASE DEL GIORNO
Se il poeta capisse ciò che scrive sarebbe un perdigiorno.
ALDA MERINI, Aforismi e magie
Alda Giuseppina Angela Merini (Milano, 21 marzo 1931 - 1º novembre 2009), poetessa, aforista e scrittrice italiana. Vide pubblicate le prime poesie a diciannove anni. L’amore agitato con Giorgio Manganelli riportò alla luce i disagi psichici: dal 1965 al 1972 fu internata in ospedale psichiatrico. Dimessa, visse nella sua casa sui Navigli, spesso in stato di emarginazione, circondandosi di artisti.
2 commenti:
Bellissimo post. Ho voluto anch'io ricordare Alda Merini nel mio blog. Non ho fatto un post così esauriente come il tuo. E' solo un piccolo omaggio che ho voluto fare ad una grande poetessa così vera e sincera. Credo che i più la ricordino per la sua esperienza in manicomio, ma penso sia solo una minima parte di ciò che Alda aveva in profondità.
Grazie. In realtà la bellezza del post è data dalle tre "perle" di Alda Merini, una donna che davvero sapeva cos'è la poesia...
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