Uomini e donne ragionano e comunicano in modo completamente differente. Non servono fior di saggi medici e sociologici per spiegarlo. Probabilmente è un senso innato in tutti noi, affinatosi con l'evoluzione. Quasi proverbiale è divenuto il titolo di un libro: "Le donne vengono da Venere, gli uomini da Marte".
C'è voluto un arguto pensatore come Karl Kraus per indicare nella Vienna di Freud che: "La donna ama uno per tutti, l'uomo tutte per una".
È indubitabile: Don Giovanni è un uomo, Anna Karenina è una donna.
È indubitabile: Don Giovanni è un uomo, Anna Karenina è una donna.
Questo perché, come scrive Molière nelle "Furberie di Scapino": "Gli uomini non sanno amare a lungo come le donne, e gli ardori che essi danno a vedere sono fuochi che si estinguono con la stessa facilità con cui si accendono". Sembra di vederlo, il farfallone amoroso che vola di fiore in fiore...
Uomini e donne ragionano per schemi ben definiti ed applicano erroneamente il proprio al sesso opposto. Ne parla Pierre Louys in "Afrodite": "L'anima delle donne è di una semplicità a cui gli uomini non possono credere". È un'incomprensione reciproca, che molto spesso ferisce. Lo dice William Faulkner in "L'urlo e il furore": "Le donne non arrivano mai a conoscerci per quello che siamo perché nascono con una grande fertilità di sospetti che ogni tanto dà giustamente il suo frutto".
Occorrerebbe capirsi, mettersi nei panni l'uno dell'altra, non erigere muri e barricate, ma aprire varchi, costruire ponti, così da rendere obsoleta questa massima settecentesca di Nicolas de Chamfort: "I rapporti fra gli uomini e le donne sono come il commercio degli europei in India: un commercio guerriero".
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LA FRASE DEL GIORNO
Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettar niente che è terribile.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere, 15 settembre 1946
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