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domenica 30 novembre 2025

Quando la luce mente


EUGENIO MONTALE

IL FUOCO E IL BUIO

Qualche volta la polvere da sparo
non prende fuoco per umidità,
altre volte s'accende senza il fiammifero
o l'acciarino.
Basterebbe il tascabile briquet
se ci fosse una goccia di benzina.
E infine non occorre fuoco affatto,
anzi un buon sottozero tiene a freno
la tediosa bisava, l'Ispirazione.
Non era troppo arzilla giorni fa
ma incerottava bene le sue rughe.
Ora pare nascosta tra le pieghe
della tenda e ha vergogna di se stessa.
Troppe volte ha mentito, ora può scendere
sulla pagina il buio il vuoto il niente.
Di questo puoi fidarti amico scriba.
Puoi credere nel buio quando la luce mente.

(da Quaderno di quattro anni, Mondadori, 1977)

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L'Ispirazione è il tema di questa poesia di Eugenio Montale. L'autore, ormai anziano, riflette su quel "fuoco" che talora non si accende, che non trova la scintilla che lo scateni - dal fiammifero all'acciarino, all'accendino, qui nella sua forma francese briquet. E dunque c'è poesia che è menzognera, che nasce da un'usurata ispirazione. In tal caso allora si può credere anche nel buio, nella sua assenza, come nel bellissimo adagio finale.

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FOTOGRAFIA © JUSTIN/PEXELS

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Non ho avuto purtroppo che la parola, / qualche cosa che approssima ma non tocca.
EUGENIO MONTALE, Quaderno di quattro anni

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Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre 1896 – Milano, 12 settembre 1981), poeta e scrittore italiano, Gli fu conferito il Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 “per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”, ovvero la “teologia negativa” in cui il "male di vivere"  si esprime attraverso la corrosione dell'Io lirico tradizionale e del suo linguaggio.


sabato 29 novembre 2025

Le briciole del mondo


JOSÉ JIMÉNEZ LOZANO

PASSEROTTO

Passerotto urbano,
perso tra i tavoli
di una terrazza, in un hotel di lusso.
Come a te, le briciole del mondo
mi sono più che sufficienti.
Vorrei solo avere la tua gioia.

(da Elegie minori, 2002)

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Accontentarsi di poco, come teorizzava anche Orazio, può bastare - dice il poeta spagnolo José Jiménez Lozano, osservando un passero che becchetta le briciole ai tavolini all'aperto di un hotel di lusso. Ma non è facile trovare quella gioia di vivere innata negli animali.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

In realtà, abbiamo bisogno di tutta la bellezza del mondo per poter sopportare la brutalità della storia umana e persino i graffi e le lacrime di una vita sempre più desolata nella società...
JOSÉ JIMÉNEZ LOZANO, Quaderni con caratteri piccoli




José Jiménez Lozano (Langa, 13 maggio 1930 – Valladolid, 9 marzo 2020), poeta e scrittore spagnolo, Premio Cervantes nel 2022. La sua opera riflette i paesaggi della vasta pianura castigliana, con orizzonti immensi che invitano al pensiero, alla riflessione e persino al misticismo che ispirò Giovanni della Croce e Teresa d'Avila.



venerdì 28 novembre 2025

Un’altra sera d’autunno


EUGENIO MONTEJO

UN ANNO

Torno a raccontarmi la storia della mia vita qui
un'altra sera d'autunno,
vecchio di trentatré giri intorno al sole.

Torno a ripiegarmi su questa sedia
sentendone l'innocenza di legno,
ora che l'anno fa il suo ruggito
e mi scuote forte, fino al midollo.

Sulla terrazza inizio un'altra discesa
all'inferno, nell'inverno.
Le foglie degli alberi sanguinano dentro di me.

(da Morte e memoria, 1972)

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Il poeta venezuelano Eugenio Montejo ha cercato per tutta la vita la comunione piena e continua della sua poesia con il mistero dell'esistenza.  Qui, la sera del suo trentatreesimo compleanno, resta a meditare sull'autunno e sull'imminente arrivo dell'inverno, con dolorosa empatia: "Ho provato un dolore che durava una vita / quando il drago rotolò davanti ai miei piedi, già morto, / quel drago che nel corso degli anni / aveva lasciato sangue sulla mia spada, / tagli d'ala / e fiamme con cui combattevo da solo, senza tregua, / in ogni momento. // Ricordavo i ruggiti notte dopo notte, / (…) /  i libri che leggevo per placarlo,  / vecchie poesie con cui lo tenevo a bada. // Ho provato un dolore che durava una vita / quando il ruggito è cessato / e ho capito che la mia anima era la sua caverna, / che ero il mio drago, il mio nemico immediato".

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LUCIEN FREUD, "UOMO SU UNA SEDIA".



   LA FRASE DEL GIORNO   

Le parole sono maschere cadute / in pozzi di silenzio.
EUGENIO MONTEJO, Tropico assoluto

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Eugenio Montejo (Caracas, 19 ottobre 1938 – Valencia, 5 giugno 2008), poeta e saggista venezuelano. Professore, universitario, fu diplomatico a Lisbona. La sua poesia si caratterizza per una forma ricca e testuale e per la padronanza delle forme. Nel 2004 ottenne il Premio Octavio Paz.


giovedì 27 novembre 2025

L’anno intero


EDNA ST. VINCENT MILLAY

SI RICORDA DI TE L'UMIDA TERRA

Si ricorda di te l’umida terra
di primavera, con tutti i suoi fiori,
le strade polverose, i cardi, e il lento
crescere della tonda luna, e tutte
le gole che cantarono d’estate,
le ali in partenza, i nidi, i rami spogli,
i venti che soffiarono a ogni tempo
e le tempeste di quattro stagioni.
Tu non vai più col tuo passo di gloria
sui sentieri dell’alba e della bruma,
non vegli al vento, non ascolti il palpito
d’invisibili ali alte nell’aria.
Qualcosa in più che giovane e gentile
eri tu: l’anno intero ti ricorda.

(da L’amore non è cieco, Crocetti, 1991 - Traduzione di Silvio Raffo)

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L'amore è di tutte le stagioni - ci dice la poetessa statunitense Edna St. Vincent Millay in questo terzo sonetto della raccolta del 1912 Rinascita, che dà il senso dello scorrere e ritrae contemporaneamente il passare dei mesi e l'avanzare della vita e di una storia d'amore.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

I modi delle donne sono senza senso / ogni saggio può dirtelo — / e io che cosa sono, per dover / amare in modo giusto e assennato?
EDNA ST. VINCENT MILLAY, Poesie

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Edna St. Vincent Millay (Rockland, Maine,22 febbraio 1892 – Austerlitz, New York, 19 ottobre 1950), poetessa e attivista femminista statunitense. Fu insignita del Premio Pulitzer per la Poesia nel 1923. Il poeta Richard Wilbur scrisse di lei che “ha scritto alcuni dei più bei sonetti del secolo”.


mercoledì 26 novembre 2025

Tra toghe e colonne


RAFAEL GUILLÉN

VETRO ROMANO

Se questo lacrimatoio romano,
che ha brillato per venti secoli, la cui
antica trasparenza
rivela appena il respiro che
lo ha plasmato come una lacrima e che ancora vi si nasconde
come se avesse paura di vedersi
in un altro tempo; se questo vetro leggero,
che un altro respiro o un miracolo ha conservato
intatto tra i marmi rotti
della città devastata, mi scivolasse
dalle mani e in un istante fatale
si schiantasse dolcemente al suolo,
sgomento a parte, non saprei
valutare le diverse grandezze
di un simile evento, né saprei
datarlo; ma sono certo
che in quel tempo, che resta
congelato tra toghe e colonne,
si udirebbero le grida del disastro.

(Roma, 1987)

(da Stati trasparenti, 1993)

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Il poeta spagnolo Rafael Guillén ha il tempo tra i suoi temi prediletti, il tempo, che, “è qualcosa che non esiste, è un'invenzione. È un filo a cui abbiamo dovuto appendere tutti i nostri eventi, come i panni stesi ad asciugare. Ciò che esiste è la storia”. in questo caso il passato si lega al presente, interagisce con esso, si ribella agli atti umani che cercano di negarlo, a tal punto che un'azione presente potrebbe influenzare e persino modificare il passato.

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FOTOGRAFIA © PROANTIC

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Vivere è fermarsi con il piede alzato, / è perdere un passo, è guadagnarne un altro. / Quando guardi un fiume scorrere, non vedi l'acqua. / Vivere è vedere l'acqua; fermarne il sollievo.
RAFAEL GUILLÉN, Stati trasparenti

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Rafael Guillén (Granada, 27 aprile 1933 – 4 maggio 2023), un poeta spagnolo della Generazione del ‘50.Contribuì a rivitalizzare la poesia andalusa del dopoguerra fondando e dirigendo nel 1957 la raccolta di poesie Veleta al Sur,  La sua poesia si interroga sull’amore, sul tempo e sul mistero della vita.


martedì 25 novembre 2025

Chi le ascolta?


EUGÉNIO DE ANDRADE

LE PAROLE

Le parole sono come il vetro.
Alcune sono un pugnale,
un incendio.
Altre,
solo rugiada.

Arrivano segrete, piene di memoria.
Navigano insicure:
barche o baci,
le acque tremano.

Indifese, innocenti,
leggere.
Sono intessute di luce
e sono la notte.
E persino
i paradisi verde chiaro ricordano ancora.

Chi le ascolta? Chi
le raccoglie, così,
crudeli, disfatte,
nei loro gusci puri?

(da Cuore del giorno, 1958)

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Il valore delle parole, la loro polisemia, ovvero la capacità di portare più significati, soprattutto in poesia, è al centro di questa riflessione poetica di Eugénio de Andrade. Il poeta portoghese con il consueto intreccio di rigore e di emozione riconosce che In realtà sono come gusci vuoti di conchiglie che il lettore può riempire con le sue esperienze.

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VLADIMIR KUSH, "METAMORFOSI"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Una parola è come una nota che ne cerca un'altra per un accordo perfetto.
EUGÉNIO DE ANDRADE

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Eugénio de Andrade, pseudonimo di José Fontinhas Rato (Póvoa do Atalaia, 19 gennaio 1923 – Porto, 13 giugno 2005), poeta e scrittore portoghese, tradusse García Lorca, Borges, Saffo e Ritsos. Della sua opera José Saramago disse che è una "poesia del corpo cui si arriva attraverso una depurazione continua”.


lunedì 24 novembre 2025

I denti del pianoforte


FRÉDÉRIC KIESEL

IL PIANOFORTE

Non credere
che i denti del pianoforte,
così bianchi, così lisci,
non mordano mai.
Di notte, quando la sala è vuota,
si vendicano.
Nei loro sogni, divorano
il pianista che li ha colpiti troppo forte.

(da Ça rime et ça rame: Anthologie thématique des poètes francophones de Belgique, 2006)

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Le poesie di Frédéric Kiesel parlano direttamente alla sensibilità del lettore, offrendo una  prospettiva originale, tenera e umoristica - in questo caso anche surreale - su un oggetto o un suo dettaglio: la sua ispirazione poetica si radica nella contemplazione degli elementi fornendo una chiave di lettura per i sentimenti e per la vita stessa.

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VLADIMIR KUSH, "SONATA AL CHIARO DI LUNA"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

La musica non finisce chiudendo il pianoforte.
STANISŁAW JERZY LEC, Pensieri spettinati

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Frédéric Kiesel (Arlon, 24 febbraio 1923 - Bruxelles, 15 febbraio 2007), poeta, scrittore e giornalista belga. Indipendente da qualsiasi scuola di pensiero e lontano da qualsiasi progetto astratto, con pazienza, umorismo, calma e attenzione al passare del tempo, esplora la sottigliezza dei sentimenti e delle sensazioni.


domenica 23 novembre 2025

Vivo per te


JORGE GAITÁN DURÁN

CANTO XIII

Il dolce turbinio di polvere dell'autunno silenzioso
avvolge la tua immagine nel suo fumo vago,
accendendo nel tempo il falò dell'oblio
per cancellare l'ultima cenere dell'assenza.

Nessuno saprà che vivo per te, che difendo
la tua nuda memoria dalle fiamme tremanti,
che combatto nell'autunno dei venti desolati
e nelle loro onde cupe i miei sogni ti chiamano.

Nessuno saprà che eri mia sotto un autunno
di stelle deliranti e di vaghi crepuscoli,
che hai riempito le mie labbra con il tuo fuoco sempre presente,
che la mia tristezza è caduta su di te come un canto.

Perché niente può resistere all'invasione dell'oblio
quando il suo fumo autunnale raggiunge la mia anima.
Tutto mi lascia, fugge dalla mia vita,
anche tu mi lasci, e io resto solo.

(da Amanti, 1958)

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Lo stato d'animo del poeta colombiano Jorge Gaitán Durán e l'atmosfera autunnale vanno di pari passo: la memoria di un amore finito rivive nelle fiammate del ricordo, come nei giardini che vanno spogliandosi lentamente per cadere nel grigiore dell'inverno, nell'ombra dell'oblio.

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LEONID AFREMOV, "AMORE D'AUTUNNO"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

Il mondo, specchio della mia mano, è passato / come un gioiello opaco attraverso i tuoi occhi.
JORGE GAITÁN DURÁN, Amanti

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Jorge Gaitán Durán (Pamplona, Colombia, 12 febbraio 1924 – Deshaies, Guadalupa, 21 giugno 1962), poeta colombiano. La sua poesia era caratterizzata dalla focalizzazione sull'esperienza erotica, come piacere e come spazio che conduce all’istante eterno. Morì nell’incidente del volo Air France 117 da Parigi a Santiago del Cile.


sabato 22 novembre 2025

La bianca pura neve


OLAV V. HAUGE

NEVE

Mi sono svegliato
e riluceva la mia stanza
del bianco
santuario.

Azzurro era il giorno.
La betulla fuori,
ramoscelli brinati sul
vetro del cielo.

La pernice soltanto
poteva calcare
la bianca
pura neve!

(da La terra azzurra, Crocetti, 2008 - Traduzione di Fulvio Ferrari)

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il poeta norvegese Olav V. Hauge ci immerge in un'atmosfera bianca: neve e brina sui rami in contrasto con l'azzurro del cielo. Tutta la purezza del giorno d'inverno dopo la fitta nevicata notturna può essere poeticamente colta solo dal bianco immacolato della pernice.

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FOTOGRAFIA © KIMBERLY ALLEN

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Cosa vuole questa luce strana? / Il giorno è sotto stelle bianche. / E i sogni germogliano sotto la luna.
OLAV V. HAUGE, La terra azzurra

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Olav Håkonson Hauge (Ulvik, 18 agosto 1908 – 23 maggio 1994), traduttore e poeta norvegese. Giardiniere, uomo di grande cultura, tradusse in lingua nynorsk Blake, Brecht, Celan, Hölderlin e Sylvia Plath. La sua è poesia modernista, che invade il territorio della poesia concreta.


venerdì 21 novembre 2025

È trascorso l’oro dei giorni


GEORG TRAKL

RONDÒ

È trascorso l'oro dei giorni,
della sera i bruni e azzurri colori:
morirono del pastore i miti flauti,
della sera i bruni e azzurri colori;
è trascorso l'oro dei giorni.

(da Poesie, 1913)

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Il fluire e la caducità del tempo e il ritmico susseguirsi delle stagioni sono catturati dal poeta espressionista austriaco Georg Trakl in questo rondò moderno, rivisitazione dei componimenti medievali, che rende bene l'idea del passare del tempo, dell'alternarsi del giorno e della notte e del ciclo delle stagioni, con la drammaticità dell'incertezza.

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GABRIELE MÜNTER, "TRAMONTO SUL LAGO STAFFELSEE"

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  LA FRASE DEL GIORNO   

L'autunno oscuro ritorna, pieno di frutti e abbondanza, // Splendore ingiallito delle belle giornate estive.
GEORG TRAKL, Sebastian in sogno

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Georg Trakl (Salisburgo, 3 febbraio 1887 – Cracovia, 3 novembre 1914), un poeta espressionista austriaco. Dai suoi versi visionari e lacerati promana uno sconsolato senso di solitudine, di decadenza, di estraneità, in un alternarsi di oscuri sentimenti di colpa e di speranze di redenzione.


giovedì 20 novembre 2025

Le pietre mute


OCTAVIO PAZ

LA STRADA

È una strada lunga e silenziosa.
Cammino nelle tenebre e inciampo e cado
e mi rialzo e calpesto con passi ciechi
le pietre mute e le foglie secche
e qualcuno dietro di me cammina:
se mi fermo, si ferma;
se corro, corre. Mi volto: nessuno.
Tutto è oscuro e senza scampo,
e svolto e risvolto angoli
che conducono sempre alla strada
dove nessuno mi aspetta né mi segue,
dove io seguo un uomo che inciampa
e si rialza e dice vedendomi: nessuno.

(da Libertà sulla parola, 1949)

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La città, nei versi del Nobel messicano Octavio Paz, è nauseante, con l'artificiosità dei paesaggi urbani. È un dedalo ostile alla poesia con la sua sterilità, simboleggia la consapevolezza razionale, contrapposta alla creatività dell'atto poetico. E in essa ci si perde, inseguiti dal fantasma dell'alienazione. La poesia di Paz ne ricorda un’altra,   Rivelazione, un'intuizione simile di Giorgio Caproni: "Mi sono risolto. / Mi sono voltato indietro. /  Ho scorto / uno per uno negli occhi / i miei assassini. / Hanno / - tutti quanti - il mio volto".

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THOMAS VANOOST, "PIÙ VELOCE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Parlo della città immensa, realtà quotidiana fatta di due parole: gli altri, / e in ognuno di essi c'è un io separato da un noi, un io alla deriva.
OCTAVIO PAZ, Il labirinto della solitudine

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Octavio Irineo Paz Lozano (Città del Messico, 31 marzo 1914 – 20 aprile 1998),  poeta, scrittore, saggista e diplomatico messicano, premio Nobel per la letteratura nel 1990. La sua poesia è fatta di sperimentazione e anticonformismo, un continuo mettersi in discussione del linguaggio, “lotta continua contro la significazione”.


mercoledì 19 novembre 2025

José Manuel de Lara


Due giorni prima del suo 94° compleanno si è spento a Huelva, città dove viveva da settantotto anni il poeta spagnolo José Manuel de Lara.La sua poesia, caratterizzata da semplicità e musicalità, è però capace di una profonda riflessione: “Ho cercato la semplicità nella poesia, che è la cosa più difficile: versi che sembrano fluire senza sforzo, anche se sono il frutto di un lavoro gioioso, come diceva Juan Ramón Jiménez”.

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JUAN MANUEL LARA TRA I SUOI FIGLI © H24

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PIOVE

Sta piovendo.
senza fine, dall'alba.
Non si vede né il cielo né la terra,
solo acqua.
Silenzio.
Cosa dire
senza che le mie parole si bagnino?
Davanti a me si estende un orizzonte
che si chiude dietro me.
E non so cosa pensare, né so cosa fare.
sotto questa lunga e fredda pioggia.
Il mondo si è ristretto, le cose
appaiono più piccole con l'acqua;
E io, rimpicciolito, mi guardo
nel vetro bagnato di una finestra.
Al centro di un piccolo cerchio
la mia anima sta annegando.
Alzerò la testa finché un graffio di pioggia
non mi toccherà il viso
Cammino pesantemente tra le pozzanghere,
schizzando di fango la speranza;
perfino Dio sembra essere disceso
della sua altezza di luce questa mattina.

(da Ritratto frettoloso, 2003)

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LA SCUOLA

La scuola ha quattro mura.
I bambini gridano senza entusiasmo.
lezioni, canti e preghiere,
mentre il cortile vuoto
ripete l’eco.
Sulla lavagna nera
tratti incerti,
e in un angolo una mappa
dai colori polverosi.
Tutte le grandi finestre
hanno il loro pezzo di cielo.
E un raggio di sole fa
ammiccamenti di luce a un calamaio.
Lenti, stanchi, monotoni,
dicono a tempo
montagne e fiumi della Spagna,
canti e Padri Nostri,
mentre un'aria assonnata,
sottomessa e tenera,
tra banco e banco
sbadiglia per la noia.

(da Poesie per bambini, 1957)



  LA FRASE DEL GIORNO   

Non so cosa sto cercando, / perché non so cosa ho perso, / ma c’è qualcosa nell’oblio / che era mio, non so quando.
JOSÉ MANUEL DE LARA

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José Manuel de Lara Carrasco (Motril, 19 novembre 1929 – Huelva, 17 novembre 2025), poeta spagnolo. La sua poesia definita da Gerardo Diego “delicata, melodica, sentita” è piena di musicalità e profondità, e  si è sviluppata da Nuovo solco del 1957 fino a Poesía per bambini del 2019, che raccoglie settant’anni di poesie per l’infanzia.


martedì 18 novembre 2025

Ti pongo qui


JOSÉ ÁNGEL VALENTE

L'OGGETTO DELLA POESIA

Ti pongo qui
circondata da nomi: mi aggiro.

Ti pongo qui racchiusa
da parole e nuvole: sono confuso.

Come un ladro mi avvicino: mi chiami,
certo nei tuoi limiti,
conforme alla tua esattezza.
                                           Ritorno.
                                                          Tocco
(l'occhio è ingannevole)
finché non conosco la forma. La ripeto,
la seppellisco dentro di me,
la dimentico, parlo
di luoghi comuni, depongo
la mia vita agli angoli delle strade:
non mantengo il mio segreto.
                                         Tu giaci lì
e io ti condivido, finché
un giorno semplice non esplodi
con attributi
di chiarezza, dalla tua stessa
fonte di eccellenza.

(da Poesie a Lazzaro, 1960)

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Il poeta spagnolo José Ángel Valente volge la sua attenzione all'oggetto della poesia, ovvero al tema, alla musa dell'ispirazione: è una deliberata confessione della sua tecnica poetica, una ricerca mistica in cui attende che la "parola fatta di nulla" germogli e dia frutto.

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GUHA RAY, "LE LACRIME DI MONNA LISA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Esiste / solo così la sua forma, / sonora e respirata. / Il vaso fondo / dalla curvatura chiara, / bella e servile: / il vaso e il verso.
JOSÉ ÁNGEL VALENTE, Poesie a Lazzaro

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ValenteJosé Ángel Valente (Orense, 25 aprile 1929 - Ginevra, 18 luglio 2000) fu un poeta, saggista e traduttore spagnolo. Accostato al Gruppo poetico dei ‘50, dal 1966 evolve verso una poesia più esistenziale e influenzata dalla mistica.


lunedì 17 novembre 2025

Cogliere il tempo


HALINA POŚWIATOWSKA

E MI SIEDO VICINO ALLA STUFA

e mi siedo vicino alla stufa
e cerco di cogliere il tempo con le mani nel sacco
il delicato ondeggiare delle tende
la fosforescenza delle pareti
i libri che danzano
sullo scaffale di legno
la foglia astratta sul tappeto
il fiore messicano
che racchiudo
in un solo respiro

(da Ancora un ricordo, 1967)

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"Cogliere il tempo", viverlo pienamente, apprezzare gli attimi che ci regala, anche solo un'ora di tranquillità, al caldo della stufa mentre la luce tremolante delle fiamme fa guizzare le tende e le pareti: è la filosofia della poetessa polacca Halina Poświatowska, che del resto provò a vivere con profondità tutto il tempo che la malattia cardiaca le concesse.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Siamo l'uno per l'altro / un mondo chiuso a quattro angoli.
HALINA POŚWIATOWSKA, Inno idolatra

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Halina Poświatowska nata Halina Myga (Częstochowa, 9 maggio 1935 - Varsavia, 11 ottobre 1967), poetessa e scrittrice polacca. La sua poesia è appassionata ma non sentimentale e tratta i temi dell'amore e della morte e dell'ineluttabilità del suo destino - aveva un difetto cardiaco allora incurabile.


domenica 16 novembre 2025

Un talismano


JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD

PUNTO DI VISTA

Conservo un talismano
proveniente dall'Oriente, un pezzo di legno fossilizzato
dall'aspetto un po' antropomorfo,
che un tempo trovai nelle ormai miserabili
contrade mitologiche
dell'Eufrate.
                        Un'effigie sacra
di guardiano, materiale venerabile
proveniente dal
tempio di Babilonia spietatamente profanato, che conservo ancora nascosto
tra quel doppio strato di diffidenza
e il passo falso della condiscendenza.

Spesso mi detta
una chiave, un incantesimo, un segno,
affinché io non dimentichi mai
che un giorno mi trovai dove si trovava Dio.

(da Diario di Argonida, 1997)

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Un pezzettino di legno fossile raccolto sul greto dell'Eufrate durante un viaggio: ed è per il poeta spagnolo José Manuel Caballero Bonald più che un talismano. Un monito, una chiave che apre il mondo della conoscenza, le porte dello spirito: "E lì combatti, lavori / guardando il tempo ristagnare, con le sete del giorno / sulla buccia ondulata dei frutti, / traboccando la tua voce attraverso l'estate costiera, / forse traducendo inutilmente / ciò che Dio ha posto nei tuoi sogni".

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FOTOGRAFIA © RUBBLE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Tra la realtà virtuale e il solipsismo / si estende uno spazio neutrale / frequentato dai più pii.
JOSÉ MANUEL CABALLERO BONALD, Diario di Argonida

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José Manuel Caballero Bonald (Jerez de la Frontera, 11 novembre 1926 – Madrid, 9 maggio 2021), poeta e scrittore spagnolo. Di famiglia cubana, studiò Astronomia e poi Lettere e Filosofia. Militante antifranchista, appartenne a l gruppo poetico dei ‘50. Nel 2012 vinse il Premio Cervantes. È noto per il suo stile barocco e ampolloso.


sabato 15 novembre 2025

Una vecchia festa


LIBERO DE LIBERO

ECLISSE, XLIV

Da tempo è l’assenza di te
e tutto è da vendere ormai
che mi fa triste erede.
Non più benigno il sole
sulla porta fa nero
l’emblema dei nostri nomi.
Gioventù è una vecchia festa
celebrata da tante parole.

(da Eclisse, Edizioni della Cometa, 1938)

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"Lo diranno un libro d'amore, un coro appassionato sotto la finestra della bella che ha chiuso la finestra, e non è che il diario di un uomo che seminò vento e raccolse tempesta": scrisse il poeta Libero De Libero nell'imminenza dell'uscita di Eclisse, nel 1938. L'assenza è certamente protagonista, a questo punto della raccolta, ed è certo un segno che causa tristezza e nostalgia, fino alla chiusa aforistica della lirica.

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KAREN HOLLINGSWORTH, "ALLA DERIVA"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Eri appena una voce, / ora sei l’ombra mia.
LIBERO DE LIBERO, Eclisse

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Libero De Libero (Fondi, 10 settembre 1903 – Roma, 4 luglio 1981), poeta, critico d'arte e narratore italiano. Gli Anni ‘30 lo videro al Caffè Aragno di Roma con Vincenzo Cardarelli, partecipe della  scuola pittorica di via Cavour. La sua poesia si inserisce in un ermetismo legato alla terra, al vigore del reale.


venerdì 14 novembre 2025

Su carta scritta


IDA VITALE

GIUSTIZIA

Il contadino dorme su un materasso di fieno.
Il pescatore di spugne riposa
sul suo raccolto più morbido.
Dormirai, galleggiando lentamente,
su carta scritta?

(da Piccolo regno, 1984)

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Ogni lavoratore vive del suo lavoro. La poetessa uruguaiana Ida Vitale in pochi versi riesce a costruire una serie di paragoni che interrogano il lettore sulla futilità e sulla precarietà dell'opera letteraria.

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Stendiamo un campo bianco / affinché / i riverberi del pensiero possano brillare al  suo interno, / circondando l'icona nascente. 
IDA VITALE, Pellegrino in ascolto

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Ida Vitale (Montevideo, 2 novembre 1923), poetessa, traduttrice, saggista, insegnante e critica letteraria uruguaiana, membro del movimento artistico denominato “Generazione del ‘45” e rappresentante della poesia essenzialista. Esule in Messico, dal 1974 al 1984, al suo attivo ha i Premi Octavio Paz, Reina Sofia e Cervantes.


giovedì 13 novembre 2025

Qui sulla terra


EUGENIO MONTEJO

TERRITUDINE

Essere qui sulla terra per anni,
con le nuvole in movimento, con gli uccelli,
sospesi in ore fragili.
A bordo, quasi alla deriva,
più vicino a Saturno, più lontano,
mentre il sole gira e ci trascina
e il sangue scorre nel suo universo profondo,
più sacro di tutte le stelle.

Essere qui sulla terra: non più lontani
di un albero, non più inspiegabili,
leggeri in autunno, gonfi in estate,
con ciò che siamo o non siamo, con l'ombra,
la memoria, il desiderio, fino alla fine
(se c'è una fine) di voce in voce,
casa per casa,
con chi porta la terra, se la porta,
o chi l'aspetta, se l'attende,
spezzano il pane insieme ogni volta
in due, in tre, in quattro,
senza dimenticare gli scarti per la formica
che viaggia sempre da stelle lontane
per essere puntuale alla nostra cena
anche se le briciole sono amare.

(da Territudine, 1978)

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Terrestre, trascendentale e cosmologica: sono le tre caratteristiche della raccolta Territudine del poeta venezuelano Eugenio Montejo, in cui l'autore cerca di intrecciare il destino umano a quello della natura e dell'universo, mescolando i suoi versi allo stormire del vento tra le foglie o al canto degli uccelli, a significare che tutti gli esseri viventi condividono il medesimo spazio, la medesima Terra.

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FOTOGRAFIA © EMRE KESKINOL/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia, che è la forma suprema dell'eloquenza umana, costituisce il nostro fine antropologico genetico.
EUGENIO MONTEJO, Consciencia Activa 21, n. 15, Gennaio 2007

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Eugenio Montejo (Caracas, 19 ottobre 1938 – Valencia, 5 giugno 2008), poeta e saggista venezuelano. Professore, universitario, fu diplomatico a Lisbona. La sua poesia si caratterizza per una forma ricca e testuale e per la padronanza delle forme. Nel 2004 ottenne il Premio Octavio Paz.


mercoledì 12 novembre 2025

I tuoi occhi


ANTONIO CISNEROS

ANCH’IO HO FATTO IL MIO EPIGRAMMA LATINO

Con la mia lancia di bronzo
non temo cento legioni nemiche,
col mio scudo di bronzo
non temo mille carri da combattimento,
ma sono i tuoi occhi, Claudia,
che mi rendono
un sopravvissuto ferito e senza cavallo
che le fiere si litigano
quando giunge la notte.

(da Il cavallo senza liberatore, Raffaelli, 2015 - Traduzione di Gianni Darconza)

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"Non la violenza, ma la bellezza mi mette paura" scrisse il grande aforista austriaco Karl Kraus. È un po' quello che risalta da questo epigramma alla moda degli antichi latini in cui si cimenta ironicamente il poeta peruviano Antonio Cisneros cercando di ricrearne la caratteristica principale, ovvero quell’espressione fulminea e intensa di sentimenti sfruttata, ad esempio, da Catullo,

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

La poesia non è solo parole, ma un modo di relazionarsi con il mondo.
ANTONIO CISNEROS, Proyecto Patrimonio, 2008

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Antonio Alfonso Cisneros Campoy (Lima, 27 dicembre 1942 – 6 ottobre 2012), poeta peruviano. Nelle sue poesie, caratterizzate da frequenti allusioni ad aspetti della letteratura, della cultura e della vita contemporanea, si serve di usano un senso dell'umorismo mai alienante, ricorrendo sia alla satira che all'autoparodia.


martedì 11 novembre 2025

Pagina bianca


VICTOR BOTAS

PRIGIONE

Ti ho fatto camminare su questa
pagina bianca. (Inutile
dirlo, per sempre; non ci sarà modo
per te di fuggire: nessuna prigione
è paragonabile a questa, che non ha
un punto di riferimento adeguato per orientarsi).

(da Storia antica, 1987)

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Una innocua cornice la pagina bianca in cui viene a essere scritta la poesia? O, come teorizza il poeta spagnolo Victor Botas, un carcere in cui l'assenza di limiti non significa affatto libertà ma una prigione illimitata e indeterminata riecheggiando i versi di un altro poeta spagnolo, Severo Sarduy: "Ora / che la poesia è scritta / la pagina è bianca".

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IMMAGINE CREATA CON IA

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Dopo aver scritto la poesia / i limiti del foglio non sono / dove la carta è stata tagliata.
JOAN BROSSA

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Víctor Botas (Oviedo, 24 agosto 1945 - 23 ottobre 1994), poeta e scrittore spagnolo appartenente alla generazione poetica del '77. La sua opera si inserisce in un secondo periodo generazionale i cui autori non hanno seguito la "dissidenza" dei poeti più recenti, ma hanno cercato di modulare le tradizioni precedenti senza rompere con esse.


lunedì 10 novembre 2025

Le trentadue bandiere


ROBERTO FERNÁNDEZ RETAMAR

IL NIPOTE

a C. e F., nonni

Domani
Costruirà una navicella spaziale per visitare gli anelli di Saturno ogni domenica;
Domani
Scoprirà la linea che collega la roccia, il carrubo e il condor;
Domani
Scriverà quel testo fulmineo che polverizzerà la scrittura;
Domani
Condurrà un popolo alla felicità, alla bellezza;
Domani
Insegnerà agli uomini e alle donne il tesoro dell'amore nascosto nel pugno;
Domani
Farà sembrare che il domani viva negli interstizi dell'oggi:
Ma non sarà mai più bello
di quando si recitano le trentadue bandiere e le dieci sfumature
E il cielo del girino saltatore
E il nome personale del diplodoco
Ora.

(da Juana e altre poesie personali, 1980)

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È vero che ogni bambino incarna le speranze del futuro e il poeta cubano Roberto Fernández Retamar vede nel nipote degli amici C. e F. tanti possibili ed encomiabili futuri. Ma è altrettanto vero che anche l'età dell'infanzia ha un suo fascino, fatto di scoperte e di fantasie.

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DIPINTO DI BEN LUSTENHOUWER

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   LA FRASE DEL GIORNO   

I bambini rappresentano il messaggio vivente che noi trasmettiamo ad un futuro che non vedremo.
NEIL POSTMAN, La scomparsa dell'infanzia

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Roberto Fernández Retamar (L'Avana, 9 giugno 1930 – 20 luglio 2019), poeta e scrittore cubano. Appartenente al gruppo di poeti legati alla rivista Orígenes, punto di partenza della nuova poesia cubana, si è inizialmente dedicato alla poesia pura per poi orientarsi, sulla scia dell'esperienza rivoluzionaria, verso tematiche sociali e una produzione di testimonianza.


domenica 9 novembre 2025

In attesa


IDEA VILARIÑO

IO SONO QUI

Io sono qui
nel mondo,
in un posto nel mondo,
in attesa,
in attesa.
Che tu venga
o no,
io
sono qui
in attesa.

(da Poesie d'amore, 1957)

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Il senso dell'attesa, nella "solitudine totale" in cui vive immersa la poetessa uruguaiana Idea Vilariño, è quello di un amore che "fa male / sanguina / ancora". Sembra che tutto quello che possieda sia questo continuo attendere: "Sono qui / e si alza il vento / e tuona / e piove / e canta il mare / e sono qui / nessuno /senza nessuno".

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FELIX VALLOTTON, "DONNA CHE LEGGE"

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Eppure./ Ci mancherà sempre / l’infinita bugia / il sempre.
IDEA VILARIÑO, Poesie d'amore

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Idea Vilariño Romani (Montevideo, 18 agosto 1920 – 28 aprile 2009), poetessa, saggista e critica letteraria uruguaiana. Appartenne al gruppo della Generazione del ‘45 con Juan Carlos Onetti e Mario Benedetti. Le sue poesie sono spesso caratterizzate da una introspezione intima. Pur accettando i premi conferiti, rifiutò di rilasciare interviste, di fare promozione ai propri libri e di commentare la sua poetica.


sabato 8 novembre 2025

Un attimo soltanto


MARY OLIVER

INVITO

Oh, hai tempo
        di soffermarti
                un attimo soltanto
                        nella tua giornata

così impegnativa e importante
        per i cardellini
                che si sono radunati
                        in un campo di cardi

per una battaglia musicale,
        per vedere chi riesce a cantare
                la nota più alta
                        o quella più bassa,

o la più espressiva delle gioie,
        o la più tenera?
                I loro becchi forti e smussati
                        bevono l'aria

mentre si sforzano
        melodiosamente
                non per il tuo bene
                        e non per il mio

e non per il gusto di vincere
        ma per puro piacere e gratitudine -
                credeteci, dicono,
                        è una cosa seria

essere vivi
        in questa fresca mattina
                nel mondo spezzato.
                        Ti prego,

non passare oltre
        senza fermarti
                ad assistere a questo
                        spettacolo piuttosto ridicolo.

Potrebbe significare qualcosa.
Potrebbe significare tutto.
Potrebbe essere ciò che intendeva Rilke quando scrisse:
Devi cambiare la tua vita.

(da Cardinale rosso, 2008)

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L'invito di Mary Oliver è in effetti quello che corre sottotraccia in tutte le sue poesie: un'esortazione a prestare attenzione al mondo e alle sue piccole cose, a rallentare il nostro frenetico ritmo per ritrovare l'armonia.

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FOTOGRAFIA © RUYAN AYTEN/PEXELS

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Mastico alcune poesie selvagge / mentre il tempo scorre lento / come se avessi tutto il giorno. / Questo è quello che ho.
MARY OLIVER, Cavalli blu

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Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 10 settembre, 1935 – Hobe Sound, Florida, 17 gennaio 2019), poetessa statunitense, vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.


venerdì 7 novembre 2025

Tramonta, bassa marea


HUGO MUJICA

FANGO NUDO, III

Tramonta          
        bassa marea,

gracchiare di corvi,
resti che il mare abbandona
sulla sabbia
          e questa solitudine di esistere
                                  soltanto a metà.

               È l’ora
              della malinconia,
dell’assenza
di ciò che non è mai stato
              e che sentiamo più nostro:
                            ciò che ancora di noi
                                    non abbiamo dato alla luce
                                                                 nella vita.

(da Fango nudo, 2016)

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La poesia di Hugo Mujica è un'intima riflessione e induce il lettore a interrogarsi, a rapportarsi con il mondo e con l'Altro, ma soprattutto con se stesso. Accade ad esempio in questo tramonto sul mare, in cui nella malinconia della sera, sorge la consapevolezza di ciò che manca, di ciò che rende irrealizzati: "Si nasce per ospitare / un'assenza, / e la sfuggiamo / negli orizzonti. / A volte siamo quell'assenza, / a volte osiamo il freddo / di cui trema un altro corpo".

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FOTOGRAFIA © TORYYU1989/PXHERE

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Quando l'anima è già carne, / quando si vive nudi, / tutto ciò che è fuori è la propria profondità, / da ogni altro / si sente il battito del proprio cuore.
HUGO MUJICA, Il creare e il creato

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Hugo Mujica (Buenos Aires, 1942), poeta, scrittore e saggista argentino. Nella sua vita fu allievo di Ginsberg, e in seguito monaco trappista e poi sacerdote. Nel 1983 iniziò a pubblicare le sue prime opere letterarie. Oltre ai suoi venti libri, ha tenuto rubriche riflessive sulla rivista Viva e  sul quotidiano Clarín.