Statistiche web

martedì 4 novembre 2025

Nadya


EVGENIJ VINOKUROV

NONTISCORDARDIMÉ

Con un cappotto lacero,
senza scarpe,
ricordo un uomo morto in un campo.
Una folla di nontiscordardimé insanguinati
stava vicino al suo viso.

Il morto giaceva immobile,
osservando
l'aquilone indugiare in lontananza...

E sulla mano esangue era inciso
"Nadya".

1957

(da Confessioni, 1958)

.

Un urlo contro la guerra, contro ogni guerra, quello che innalza al cielo il poeta russo Evgenij Vinokurov. Non sale dalle trincee, dai campi di battaglia, dal fragore delle armi, dal rombo dei cannoni, dal ronzio delle mitragliatrici, ma da un semplice campo fiorito di nontiscordardimé dove - giovane  comandante di plotone di artiglieria sul fronte ucraino nei Carpazi - si imbatté non solo in un uomo ucciso ma anche in un amore reciso come un fiore. E non un fiore qualunque, ma il nontiscordardimé, tradizionalmente legato al ricordo, all'amore eterno e alla speranza.

.

FOTOGRAFIA © ANTOINETTE HÜRLIMANN/PEXELS

.


   LA FRASE DEL GIORNO   

Se tutti andassero in guerra solo in base alle proprie convinzioni, le guerre non ci sarebbero più.
LEV TOLSTOJ, Guerra e pace

.



Evgenij Michajlovič Vinokurov (Brjansk, 22 ottobre 1925 - Mosca, 23 gennaio 1993), poeta russo. Dagli iniziali temi d'ispirazione patriottica la sua poesia è venuta successivamente svolgendosi su motivi più individuali e meditativi. Ha scritto anche numerosi saggi (Poesia e pensiero, 1966; Resta in forza, 1979).


Nessun commento: