MARIO LUZI
ANNO
Provvidi ora, ma quieti
si espongono graticci e vasi,
si appende l’uva. L’altro è ignoto, l’altro
era ed è chiuso in questo cielo opaco
dove un lume vinato si rapprende
e il grido del fringuello è già di gelo.
È qui, è in queste opere miti
e chiare che trascorre e brucia
quel che non ho e che pure dovrò perdere.
Tempo passato e prossimo si libra…
Io, come sia, son qui venuto, avanzo
da tempi inconoscibili, ardo, attendo;
senza fine divengo quel che sono,
trovo risposo in questa luce vuota.
(da Primizie del deserto, Schwarz, 1952)
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L'anno di Mario Luzi è un anno che finisce, dopo la vendemmia ci si occupa di porre l'uva a seccare, ci si prepara all'inverno. "L’ora è quella cruda appena giorno / che il freddo mette a nudo la città / livida nelle sue pietre, tagliente / nei suoi spigoli" e ancora il poeta cerca se stesso, cerca "la vita / o ciò che le somigli".
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WILLIAM SIDNEY MOUNT, "FATTORIE A LONG ISLAND"
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LA FRASE DEL GIORNO
Tutto, se mai verrà, verrà dal fondo / di questa angoscia eterna senza nome / goccia a goccia durata e fatta mia.
MARIO LUZI, Primizie del deserto
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Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005), poeta italiano, fu uno dei grandi rappresentanti dell’Ermetismo. Più volte candidato al Nobel, fu insignito della Legion d’Onore. Fu Accademico della Crusca e senatore a vita.
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