martedì 12 dicembre 2023

Dopo la strage


ALBERICO SALA

DOMENICA DOPO

Domenica dopo la strage, la nebbia mi frena
sulle strade campestri, mi rifiuta la città
spenta per i poveri morti dai nomi lombardi
nel cratere di polvere e cristalli. Contadini
come quelli che i fari frugano nel nulla:
vanno con il mantello nero dalle cascine
al paese per la partita, fanno meno rumore
i passi sull’erba di brina che sui detriti
dello scoppio.
Sul ponte di Lodi uno era passato,
come me, con i conti in ordine, l’odore del fieno
nelle tasche. Trenta chilometri, un’ora
a passo d’uomo tra i fossi di latte,
con la spina in fronte delle ingiustizie,
di quel che non si fa o si fa male,
chiamando poi i morti a sdebitarci.

15 novembre 1969, tornando a Milano in automobile dopo la strage di Piazza Fontana

(da Il giusto verso, Rusconi 1970)

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"L'Italia del 12 dicembre" cantava De Gregori in Viva l'Italia nel 1979. Erano trascorsi dieci anni dalla strage di Piazza Fontana, il primo grave attentato terroristico del dopoguerra compiuto il 12 dicembre 1969 alle 16.37, nel pieno centro di Milano, a pochi metri dal Duomo, all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura: i morti furono 17, i feriti 88. Quel giorno nacquero gli "Anni di piombo" e la "Strategia della tensione" e il paese dovette ragionare sul futuro che gli si prospettava, la Repubblica poco più che ventenne aveva perso l'innocenza. Le indagini lunghe e depistate, hanno portato molti anni dopo alla conclusione che  la strage fu compiuta da terroristi dell'estrema destra, probabilmente collegati a settori deviati degli apparati di sicurezza dello Stato con complicità e legami internazionali.  Alberico Sala, poeta della Gera d'Adda, all'epoca giornalista a Milano, rimase molto colpito dalla strage: nei versi proposti vi riflette in auto, rientrando in città tre giorni dopo, un nebbioso lunedì mattina, identificando con la propria la storia delle vittime.

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FOTOGRAFIA © UFFICIO STAMPA RAI

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   LA FRASE DEL GIORNO   

Un'esplosione terrificante, la cui caligine morale politica e giudiziaria pesa tuttora sulla città.
INDRO MONTANELLI e MARIO CERVI, Milano ventesimo secolo




Alberico Sala (Vailate, 11 marzo 1923 - 25 novembre 1991), scrittore, poeta e critico d'arte italiano. Fu giornalista e critico cinematografico all’Eco di Bergamo, Corriere d’informazione, al Corriere della sera e al Giorno. Tra i suoi temi la vita familiare, la pianura bergamasca e la condizione del vivere moderno.


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