RAFFAELE CARRIERI
LE STRADE
Quello che sono e sono stato
domandatelo alle strade
dei paesi della sete.
Tufi lucertole spine,
bell'uva sulle colline
dove fui ladro di galline.
Strade di cenere e pomice
lavorate dallo scorpione.
Dove ramingo io vissi
la cicala ancora muore.
Quello che sono e sono stato
domandatelo alle strade.
Una dice, scatenato!
E mostra le ferite
che fuggendo ho lasciato.
Dalle braccia di mia madre
dalle mani dell'amata
sempre fuggiasco sono stato.
Da me solo inseguito
braccato, colpito.
Re per un giorno
per cent'anni povero.
Soldato bracciante gabelliere:
su ogni nuova strada
nuovo mestiere.
Domandate ai sentieri della neve
alle doline alle cordigliere
quello che sono e sono stato.
Domandatelo alle strade.
Alla malora carte
cartigli e scartoffie
che potevano darmi gloria.
La vita ho consumato
su carta e inchiostro.
Mio Dio quanto ho limato
notte e giorno.
Mio Dio quanto ho penato.
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È l’autobiografia di Raffaele Carrieri questa poesia: la sua vita fu un continuo viaggio, da quando fuggì da casa a quattordici anni per svolgere lavori occasionali in Albania e Montenegro a quando fu gabelliere a Palermo, da quando si spostò a Parigi per incontrare gli intellettuali d’avanguardia a quando si fermò a Milano per scrivere come critico d’arte. La strada dunque, la strada polverosa della Puglia, quella sassosa dei Balcani, il pavé cittadino. E la poesia, sempre scritta e riscritta, per tutta la vita…
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NOEL GARNER, “EVENING LIGHT AT THE WATCHTOWER, PORTO BADISCO”
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LA FRASE DEL GIORNO
Il mio corpo mi porta via. / Mi taglia, mi ritaglia / Mi separa dall'arpa / Mi separa dall'amata. / Mi separa mi sparpaglia / Per deserti e cordigliere / Come sabbia nella sabbia.
RAFFAELE CARRIERI, Canzoniere amoroso
2 commenti:
...che bella questa poesia.
...bellissimo il finale..
Mio Dio quanto ho limato
notte e giorno.
Mio Dio quanto ho penato.
ciaooVania:)
quella infine è la vita, Vania
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