giovedì 1 novembre 2012

Due poesie per novembre

 

È difficile trovare poesia nel mese di novembre. Eppure, tolti forse gli individui solari che vivono dell’estate, noi malinconici riusciamo a scorgere il brillio dell’emozione anche nelle nebbie novembrine, nell’annuncio d’inverno accennato dalle brine del mattino, dall’aria gelida che taglia come una lama quando cade la notte. I poeti colgono questi fiori metallici e ce li donano: ecco allora lo svedese Tomas Tranströmer, Premio Nobel 2011, e l’ungherese Gyula Juhász.

 

 

TOMAS TRANSTRÖMER

NOVEMBRE

Quando il boia si annoia si è in pericolo.
Il cielo incandescente si arrotola.

Da una cellula all’altra si sente scricchiolare
e lo spazio sgorga dal ghiaccio.

Le pietre brillano come lune piene.

(da Il grande mistero, Crocetti, 2011 - Traduzione di Maria Cristina Lombardi)

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GYULA JUHÁSZ

CANTILENA DI NOVEMBRE

I tristi pagliai anneriti
stanno in grembo all’autunno, spersi nella pioggia.
Un pioppo si rannicchia sotto il vecchio cielo
che specchia i tempi che se ne vanno.

O tristi pagliai anneriti,
dov’è l’estate, dove sono le frecce di fuoco e le danze?
Un pioppo si rannicchia sotto il vecchio cielo,
filtrano dell’autunno lacrimose fragranze.

I tristi pagliai anneriti
stanno in grembo all’autunno, spersi nella nebbia.
Ancora una volta il mondo si fa più desolato
e questo cuore ancora una volta muore sfinito.

(Traduzione di Mario De Micheli e Eva Rossi)

 

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FOTOGRAFIA © WEISSGLUT

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LA FRASE DEL GIORNO
Buio mattino di novembre, spenta / giornata in acque uguali.
GIORGIO VIGOLO, Conclave dei sogni




Tomas Tranströmer (Stoccolma, 15 aprile 1931), scrittore, poeta e traduttore svedese, Nel 2011 è stato insignito del Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione: "perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà". La sua opera è posta tra Modernismo, Espressionismo e Surrealismo.


Gyula Juhász (Szeged, 4 aprile 1883 – 6 aprile 1937), poeta ungherese. Crepuscolare e parnassiano, dalle forme di rara perfezione, specialmente nei sonetti, è una delle maggiori figure della poesia ungherese della prima metà del Novecento. Cantò il paesaggio magiaro, la vita di provincia, le vicende storiche della sua nazione, il sentimento religioso e il profondo desiderio d'amore. 



2 commenti:

Vania ha detto...

...un novembre raccontato e regalato a Noi : forgiato da questi Poeti.

ciaoo Vania

DR ha detto...

sì, questa è la bellezza della poesia: che si può condividere