martedì 29 marzo 2011

Nere schiume

 

MIGUEL HERNÁNDEZ

GUERRA

Le madri del mondo il ventre
nascondono tremanti,
vorrebbero isolarsi
nel buio della verginità,
dell'origine solitaria
in un passato senza futuro.
Si vedono le vergini
pallide di terrore.
Ha sete il mare, ha sete
di farsi acqua la terra.
La fiamma dell'odio cresce
e l'amore spranga le porte.
Voci vibrano come lance,
voci punte di baionetta.
Farsi le bocche pugni,
i pugni farsi elmetti.
I cuori rauchi muri,
le gambe orride zampe.
Sconvolto, vorticante
il cuore scoppia. Agli occhi
scaglia schiume di colpo,
nere schiume.

(da Obra completa, Calpe, 1992 - Trad. Guido Ceronetti)

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Terribile è la guerra. Uomo contro uomo - o fratello contro fratello secondo l’accezione cristiana. Quando Miguel Hernández scrive questa durissima poesia, la guerra di Spagna è in corso, è al suo apice, nel 1938. Due anni prima il Fronte Popolare formato da repubblicani, comunisti, socialisti e anarchici, aveva vinto le elezioni e avviato riforme agrarie e anticlericali invise ai conservatori, scatenando la rivolta militare del generale Franco, appoggiata da Germania, Italia e Portogallo, che inviarono uomini e armi. E leggendo questi versi l’associazione con Guernica è inevitabile: il dipinto di Picasso per la città rasa al suolo dall’aviazione tedesca il 26 aprile del 1937 -  in origine una tauromachia, trasformato in scena di guerra - esprime l’identico orrore di Hernández. È un mondo rovesciato, dove l’odio trionfa sull’amore, dove è la morte a vincere la vita, e anche terra e mare sono sconvolti.

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Pablo Picasso, “Guernica”

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LA FRASE DEL GIORNO  
Chi fu  colui che per primo inventò le orribili spade? / Quanto fu spietato, quanto davvero inumano!
ALBIO TIBULLO, Elegie, I, 10




Miguel Hernández Gilabert (Orihuela, 30 ottobre 1910 - Alicante, 28 marzo 1942), poeta e drammaturgo spagnolo. Pastore, lasciò il gregge per dedicarsi alle lettere. Partigiano repubblicano durante la guerra civile, fu arrestato nel 1937: in carcere morì di tisi. Sebbene tradizionalmente lo si inquadri nella generazione del ‘36, è più vicino alla generazione precedente, quella del ‘27.


3 commenti:

Tra cenere e terra ha detto...

Lasciamo che la poesia assolva al proprio compito...

Vania ha detto...

....durissima e "orribile".
ciao Vania

DR ha detto...

C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. (QOHELET)