sabato 11 aprile 2009

La luce di Pasqua


CARLO BETOCCHI

LA PASQUA DEI POVERI


Forse per noi che non abbiam pane,
forse più bella è la tua Santa Pasqua,
o Gesù nostro, e la tua mite frasca
si spande, oliva, nelle stanze quadre.

Povero il cielo e povere le stanze,
Sabato Santo, il tuo chiaror ci abbaglia,
e il nostro cuore fa una lenta maglia
col cielo, che ne abbraccia le speranze.


Semplice vita, alle nostre dimande
tu ci rispondi: Su, coraggio, andate!
Noi t'ubbidiamo; e questa povertà
non ha bisogno più d'altre vivande.

Noi siamo tanti quanti alla campagna
sono gli uccelli sulle mosse piante,
cui sembra ancor che le parole sante
giungan col vento e l'acqua che li bagna.

A noi non visti, nelle grige stanze,
miriadi in mezzo alla città che fuma,
Sabato Santo, la tua luce illumina
solo le mani, unica festa, stanche.

A noi la pace che verrà, operosa
già dentro il cuore e sulla mano sta,
che ti prepara, o Pasqua, e che non ha
che il solo pane per farti festosa.


Di Carlo Betocchi, poeta che la critica ha trascurato in vita per apprezzarne le opere dopo la sua scomparsa, "Il canto delle sirene" si è già occupato. Per dipingere questa Pasqua segnata dal dolore per il terremoto che ha devastato la provincia dell'Aquila e che viene in un tempo di crisi con la disoccupazione in crescita e il PIL in caduta libera, con i consumi ridotti all'osso e l'inflazione così bassa come non si vedeva da quarant'anni, ho scelto una sua poesia:

Semplicità e speranza, ci dice Betocchi con le sue quartine che spiegano un'accurata varietà di rime e di assonanze: semplicità e speranza da associare al coraggio perché la Pasqua, così come il Natale, non sta nelle pulsioni consumistiche ma in un'essenza, simboleggiata dal poeta in quella luce del Sabato Santo.




Gaetano Chierici, "La pappa"

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LA FRASE DEL GIORNO
Nessuna notte è così greve e così buio mai nessun andare che non vi giunga, dal mattino ormai imminente, di luce un dolcissimo sentore.
HERMANN HESSE, Poesie, "Presso Spezia"




Carlo Betocchi (Torino, 23 gennaio 1899 – Bordighera, 25 maggio 1986, poeta e scrittore italiano. Fra i poeti ermetici è considerato una sorta di guida morale. Tuttavia, contrariamente a loro, fondava le sue poesie non su procedimenti analogici che evocano significati, ma su un linguaggio diretto, sul realismo e sulla tensione morale.


2 commenti:

la belle auberge ha detto...

Caro Daniele, con il pensiero rivolto alla popolazione d'Abruzzo così duramente colpita, auguro a te e a tutti una serena santa Pasqua. Gesù risorto riempia le nostre case del profumo di un amore più forte della morte.
un abbraccio
eugenia

DR ha detto...

Grazie, Eugenia, e ben ritrovata su queste pagine. Buona Pasqua.