mercoledì 26 giugno 2024

Centenario di Giovanni Giudici


Giovanni Giudici, poeta ligure trapiantato a Milano, nasceva il 26 giugno di cento anni fa a Portovenere. La sua poesia, caratterizzata da una tensione trascendente nata dalla formazione cattolica e dall’impegno civile, venne via via affinando un personaggio che divenne protagonista dei suoi versi sostituendosi all’io poetico. Alcuni critici lo paragonarono a Charlot per quella sua maschera che attingendo al comico andava però sottolineando gli aspetti tragici del vivere per approdare infine all’interrogazione metafisica.

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FOTOGRAFIA DA CITTÀ DELLA SPEZIA

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VERSI IN UNA DOMENICA DI PENTECOSTE E DI ELEZIONI

Spacchi il torrone alla fiera e spacchi la storia
degli uomini – la mia
notte in due tentativi
di prendere il sonno, distacchi
i fili, capovolgi
le statue degli eroi sulle fontane,

Aspetto che ti scateni
e che mi tremi dentro
l’anima – ad un supposto
abbattersi di mazza
su me nudo
untore, a questa piazza
in fermento.

Dovrò reggerti ancora
in me senza conoscerti – tu, fermo
segno del mio mutare – in me più forte
di te fino al momento
che romperai l’incognito?

Qui il più grande è il più vile, il più sicuro
di sé chi affida il duro
ammicco verso il complice – dal muro
le spie strappano bandi, taglie, insidiano
fabbriche e dighe…
                               Non mi credi?

Attesta
la mia parola la disubbidienza
civile, la protesta
del tuo popolo: punto sulla terra
i piedi, alzo la testa
benché mi pesi – ad aspettarti.

Ma lo spazio d’una vita non basta
a rivelarti.

1958

(da La vita in versi, Mondadori, 1965)

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IL MIO DELITTO

Se scrivere era vivere
vissuto fu lo scritto
cercavo appena un’isola di spazi
un silenzio un sorriso intorno a me
e blando vino e modica allegria
un quieto conversare a lume spento
esserne perdonato non sapendo
il mio delitto

(da Quanto spera di campare Giovanni, Garzanti, 1993)

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Altre poesie di Giovanni Giudici sul Canto delle Sirene:

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  LA FRASE DEL GIORNO 

Quando lavoravo all'Olivetti avevo in omaggio un'agenda. Ci scarabocchiavo sopra appunti, abbozzi, idee. Quando mi mettevo a scrivere, anche in quelle pagine poteva nascondersi la poesia. Erano un buon punto di partenza.
GIOVANNI GIUDICI, Fortezza

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Giovanni Giudici (Porto Venere, 26 giugno 1924 – La Spezia, 24 maggio 2011), poeta e giornalista italiano. Della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. Numerose le sue traduzioni: Frost, Sylvia Plath, Orten, Pound, Ransom e Puškin.


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