martedì 19 luglio 2016

Viva foglia

 

ALESSANDRO PARRONCHI

A NADIA COMANECI, INCERTA SUL CAVALLO

Difficile davvero immaginarti
diversa da come appari,
credere che i pensieri
che alitano in te siano simili
a quelli di ogni altra fanciulla.
In te pensiero e moto sono tutt’uno
e la tua anima non è cosa più lieve
delle mani dei fianchi delle gambe
come è grazia il respiro che trattieni
il vigore che esplode e che ricade
la musica che segui e che incarni.
Il bagliore degli occhi non s’appanna
e la schiena incurvata non si spezza
anche se nel volteggio sul cavallo
lo speaker scopre un lampo d’incertezza.

E ora, prima che la cresta
dell’onda si sia ripiegata
– prima che un rotocalco
sveli la tua vita privata,
o ti riduca a schema
come una rotellina del sistema –
sii quale appari, perfetta
forma di giovinetta,
col ritmo del tempo coinciso
il tuo ritmo e il tuo sorriso
quando, un attimo vinta
la resistenza la spinta,
torna a dar consistenza
alla terra la tua cadenza.

Ma fino a quando – a me lo chiedo –
potrai lanciarti come viva foglia
che inventa il vento da cui viene avvinta
in mulinello, senza
che il ritornare a terra ne scomponga
la compattezza aerea?
È gioia d’un istante: anche se vera
non dura una preghiera.
E forse a ogni stagione, in ogni età
il più di sé può darlo
solo chi crede al vento che trascina
il mulinello d’immondizie,
chi non si salva, chi non si sottrae,
un ramo vivo, strappato
a una pianta che si credeva morta,
uno, con l’estro ancora di rispondere
ai perché d’una volta.

1976

(da Replay, Garzanti, 1980)

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Alle Olimpiadi di Montreal, nel luglio 1976, la stella fu indubbiamente la ginnasta rumena Nadia Comaneci: vinse tre medaglie d’oro nel concorso generale, nella trave e nelle parallele asimmetriche, dove fu la prima atleta a far registrare un 10, il punteggio massimo. nella storia dei Giochi, mandando in tilt il sistema di registrazione dei voti computerizzati, che si fermava a 9,99. Oltre all’argento nel concorso a squadre e al bronzo nel corpo libero, segnò anche il record di atleta più giovane a vincere un oro olimpico. La sua grazia, la sua leggerezza, la sua eleganza nel compiere i gesti atletici colpirono il mondo, che si chiedeva anche quali sforzi e quanta programmazione e preparazione si celassero dietro quell’exploit – non certo il doping di stato della Germania Orientale, ma certamente l’allenamento ossessivo e “militarizzato” per quella che era poco più che una bambina. Se lo chiede anche il poeta Alessandro Parronchi, che presagisce quasi il suo futuro: dopo aver vinto altri due ori a Mosca, svariati titoli europei e universitari, a Nadia, dopo la fuga negli Stati Uniti dei suoi allenatori durante le Olimpiadi di Los Angeles del 1984, viene preclusa la possibilità di andare all’estero. “La vita assume nuovi toni di squallore” scrive nella sua autobiografia. Allena i giovani ginnasti e nel 1989, un mese prima della caduta del regime di Ceausescu, riesce a fuggire in Ungheria, da lì in Austria e infine negli Stati Uniti dove tuttora vive, dopo essere stata naturalizzata cittadina americana e aver sposato il ginnasta Bart Conner, conosciuto proprio alle Olimpiadi di Montreal.

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nadiacomaneci2

FOTOGRAFIA © LIBRARISING

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LA FRASE DEL GIORNO
Il duro lavoro ha fatto sì che fosse facile. Questo è il mio segreto. Questo è il motivo per cui ho vinto.
NADIA COMANECI




Alessandro Parronchi (Firenze, 26 dicembre 1914 – 6 gennaio 2007), poeta, storico dell'arte e traduttore italiano. Con il suo stile ricercato è passato da un ermetismo  incantato a un intimismo che trae giovamento dalla consolazione della memoria: per questo le sue poesie sono oggetto di un meditato lavorio con cui il ricordo media l’emozione.


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