AMY LOWELL
POSTUMI
A scriverti imparai in giorni più felici.
Una scheggia strappata dal mio cuore
era ogni lettera, un pezzo appena tolto
a un mosaico di vita; donavo i suoi grigi, i suoi blu,
i suoi rossi vibranti in cambio di una lode.
Riducevo a brandelli la mia anima,
pavimento ai tuoi passi, e scivolavo
sotto di essi a renderli più dolci.
Le mie lettere – ora – fiori pallidi
sparsi su tombe in pianti sconsolati.
No, non chiedo compensi, sarò forte
(ma a te che importa?); i lunghi, tristi anni
passano e ancora spargo fiori fragili
e sussurri d'amore a orecchie sorde.
(Aftermath, da A dome of many-coloured glass, 1912 - Traduzione di Silvio Raffo)
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Il tempo, la vita, l’amore… La poetessa statunitense Amy Lowell medita in questo sonetto sullo scorrere del tempo e sulle sue conseguenze sulla nostra vita, sui nostri amori. L’esperienza dovrebbe essere un balsamo che cura le ferite e che permette di evitare di ripetere gli errori. Invece, non è così…
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FOTOGRAFIA © WALLRIDER
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LA FRASE DEL GIORNO
La vita è un ruscello / nel quale spargiamo / petalo a petalo il fiore del nostro cuore.
AMY LOWELL, A dome of many-coloured glass
Amy Lawrence Lowell (Brookline, Massachusetts, 9 febbraio 1874 – 12 maggio 1925), poetessa statunitense della scuola imagista, che promosse il ritorno ai valori classici e alla precisa immediatezza delle immagini. Vinse il premio Pulitzer, postumo, nel 1926. Suo riferimento poetico fu Ezra Pound, sua musa la compagna di vita Ada Dwyer Russell.
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