MARIN SORESCU
DUE VOLTE
Guardo ogni cosa due volte,
una per essere felice
e una per essere triste.
Gli alberi hanno scoppi di risate
nelle chiome delle loro foglie
e una grande lacerazione
alle radici.
Il sole è giovane
alla punta dei suoi raggi,
ma i suoi raggi
sono trafitti dalla notte.
Il mondo è perfettamente racchiuso
tra queste due coperture,
dove ho raccolto tutto
ciò che ho amato
due volte.
(da La morte dell'orologio, 1966)
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"La parola è una frontiera incrociata: con l'atto di dire qualcosa, non riesco a dire molte altre cose" scrisse il poeta rumeno Marin Sorescu. La seconda lettura è un po' quella della comprensione, del distacco tra soggettività e oggettività, un po' come teorizzava Cesare Pavese nel suo diario: “Le cose si scoprono attraverso i ricordi che se ne hanno. Ricordare una cosa significa vederla – ora soltanto – per la prima volta”.
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AUTORITRATTO DI ERIC MACKAY © FLICKR
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LA FRASE DEL GIORNO
Camminerò oltre tutte le cose / finché tutte le cose / non mi conosceranno.
MARIN SORESCU
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Marin Sorescu (Bulzești, 29 febbraio 1936 – Bucarest, 8 dicembre 1996), poeta, drammaturgo e romanziere romeno. La sua poesia abbraccia un vasto ambito letterario, con uno stile ironico e rilassato che risveglia nel lettore lo spirito giocoso dell'infanzia. Fu ministro della Cultura dopo la rivoluzione del 1989.


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