JORGE TEILLIER
NOTE SULL’ULTIMA VISITA DELL’AUTORE
NELLA SUA CITTÀ NATALE, 14
Domenica all’uscita da messa.
Le ragazze portano a spasso la moda
appena giunta da Santiago
accompagnate dalla banda del Reggimento
che suona cumbie.
I padroni di casa comprano
le prime angurie e i giornali
con le notizie fresche degli ultimi delitti.
Cammino per le strade di periferia
di questo luogo di pompieri,
rotariani, carabinieri, pensionati,
operai e maestri elementari,
lì i pugnali del sole entrano tra le costole
dei poveri steccati di legno.
Sento i rantoli degli ultimi carri
e locomotive a vapore.
Cerco la pace andando verso la campagna
adorna di girasoli
contemplando il glorioso ondeggiare del grano
e gli infiniti viaggi delle nuvole
che vanno a piangere per noi.
(da Per un popolo fantasma, 1978)
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Il poeta cileno Jorge Teillier è poeta rivolto al passato, a quell’età dell’oro che era il tempo dell’infanzia: quel paradiso perduto – per l’autore, che si trova a visitare dopo tanti anni la sua città natale, Lautaro, nel cuore dell’Araucania - è fonte di una nostalgia che trova conforto soltanto nel ricordo delle tradizioni, nei valori della provincia e della frontiera. La domenica d’estate aveva allora quel gusto antico eppure così estetico, così genuino, ormai disperso nella sabbia del tempo.
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FOTOGRAFIA © LINKED2LEADERSHIP
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia deve essere una moneta quotidiana / e deve stare su tutte le tavole / come il canto della brocca di vino / che illumina le strade di domenica.
JORGE TEILLIER
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