Abbas Kiarostami, regista, poeta, fotografo e scultore iraniano è morto il 4 luglio in una clinica parigina dove era ricoverato per un intervento chirurgico. Nato a Teheran nel 1940, si era affermato nel cinema persiano fino alla vittoria della Palma d'oro al Festival di Cannes nel 1997 con “Il sapore della ciliegia”.
Ma in Iran la poesia è un diletto nazionale, è praticatissima. Non poteva l’animo poetico di un cineasta ignorare questa forma di espressione. Le sue poesie sono lampi, sembrano fermare il momento in cui il flash di una macchina fotografica illumina la scena: ne risulta una poetica delle piccole cose, delicata ed essenziale, dove spesso a spiccare è la purezza del bianco.
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FOTOGRAFIA © TWITCH FILM
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Il vento porterà con sé
i fiori del ciliegio
sino al biancore delle nubi.
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È una bandiera di libertà
la mia camicia
sul filo della biancheria,
leggera e libera
dai legami del corpo.
(da Un lupo in agguato, Einaudi, 2003 - Traduzione di Riccardo Zipoli)
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Non sono tornati
fiumi che scorrevano
verso il mare
soldati che andavano
in guerra
amici che partivano
verso terre lontane.
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Vicini di casa
sui fili del bucato
hanno steso poesia,
in aprile.
(da Il vento e la foglia, Le Lettere, 2014 - Traduzione di F. Mardani)
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Vedi anche: Kiarostami poeta
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia è recita per voce sola.
ABBAS KIAROSTAMI
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