giovedì 6 agosto 2015

Fermatevi e considerate

 

PRIMO LEVI

LA BAMBINA DI POMPEI

Poiché l’angoscia di ciascuno è la nostra
ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
che ti sei stretta convulsamente a tua madre
quasi volessi ripenetrare in lei
quando al meriggio il cielo si è fatto nero.

Invano, perché l’aria volta in veleno
è filtrata a cercarti per le finestre serrate
della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.

Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
a incarcerare per sempre codeste membra gentili.

Così tu rimani fra noi, contorto calco di gesso,
agonia senza fine, terribile testimonianza
di quanto importi agli dei l’orgoglioso nostro seme.

Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
della fanciulla d’Olanda murata fra quattro mura
che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
la sua cenere muta è stata dispersa dal vento,
la sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.

Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli.

Vittima sacrificata sull’altare della paura.

Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.

Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

20 novembre 1978

(da Ad ora incerta, Garzanti, 1984)

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Sono trascorsi settant’anni dallo scoppio della bomba atomica di Hiroshima con la quale gli Stati Uniti piegarono definitivamente la resistenza giapponese ponendo fine alla Seconda guerra mondiale. Era il 6 agosto 1945. Tre giorni dopo una seconda bomba distrusse la città di Nagasaki. I morti furono 246.000. Un orrore che pose il mondo nella consapevolezza che in breve tempo avrebbe potuto autodistruggersi: i terribili effetti di quell’ordigno – “un pugno di cenere” scriveva in una sua poesia Nazim Hikmet “poi il vento ha disperso anche la cenere” – fanno riflettere Primo Levi (1919-1987), sopravvissuto all’orrore ancora più grande dei campi di sterminio (il riferimento alla ragazza d’Olanda, ovvero ad Anna Frank, è un parallelo alla vicenda della scolara di Hiroshima): quel “fermatevi e considerate” è lo stesso monito all’uomo dopo i lager: “Meditate che questo è stato”.

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Nagasaki

EFFETTI DELL’ATOMICA A NAGASAKI – FOTOGRAFIA © SHOGO TAKAHATA

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LA FRASE DEL GIORNO
Gli uomini sono così: inventano la bomba atomica, uccidono con essa centinaia di migliaia di creature, e poi vanno sulla Luna. Né angeli né bestie ma angeli e bestie.
ORIANA FALLACI, Quel giorno sulla Luna




Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987), scrittore, partigiano e chimico italiano, autore di racconti, memorie, poesie e romanzi. Arrestato dalla milizia fascista il 13 dicembre 1943, fu rinchiuso nel campo di Fossoli e poi ad Auschwitz. Raccontò la terribile esperienza in Se questo è un uomoLa tregua e I sommersi e i salvati.


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