MEIRA DELMAR
REMINISCENZA
Si incrociarono un breve istante
il tuo sguardo e il mio.
E seppi all’improvviso
- non so se anche tu -
che in un tempo
senza anni né orologi,
un altro tempo,
i tuoi occhi e i miei
si erano incontrati,
e quella di allora
non era che un’eco,
l’onda che ritorna,
attraversando mari,
all’antica spiaggia.
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Gli antichi uomini – mito narrato nel Simposio di Platone – erano forniti di due teste, quattro braccia e quattro mani e di entrambi i sessi, e con la loro forza arrogante mossero guerra gli dei: per punirli Zeus decise di tagliare ciascuno di essi in due “come si tagliano le sorbe per conservarle, o come si taglia un uovo con un filo”. Ogni metà è condannata ad andare in cerca dell’altra metà. È un mito, d’accordo, ma capita talvolta di incontrare una persona e di sentire quell’emozione, di pensare che sia la nostra altra metà separata, quella che si definisce anche “anima gemella”. È il caso raccontato dalla poetessa colombiana Meira Delmar, la percezione di essersi già incontrati, di essere l’altro atteso per anni: basta uno sguardo per far ritornare l’onda partita un giorno alla stessa spiaggia dove nacque.
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EMILE FRIANT, “LES AMOUREUX”
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LA FRASE DEL GIORNO
Amore è desiderio di conoscenza.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere
Olga Isabel Chams Eljach (Barranquilla, 21 agosto 1922 - 18 marzo 2009), poetessa colombiana di origini libanesi, sin dal 1937 usò lo pseudonimo Meira Delmar. Professoressa di Storia dell’Arte e Letteratura, diresse per molti anni la Biblioteca Pubblica dell’Atlantico. Le sue poesie sono caratterizzate da una sensualità di fondo.
3 commenti:
Sito sempre bello e istruttivo.
Rinnovo i complimenti.
Marco
(il dipinto è di Emile Friant, Les Amoureux)
Grazie, Marco.
Anche della precisazione. Ogni tanto qualcosa sfugge... :-)
[EDIT]: corretto il titolo, come indicato da Marco
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