STEPHANE MALLARMÉ
BRINDISI
Nulla, una schiuma, vergine verso
solo a indicare la coppa;
così al largo si tuffa una frotta
di sirene, taluna riversa.
Noi navighiamo, o miei diversi
amici, io già sulla poppa,
voi sulla prora fastosa che fende
il flutto di lampi e d’inverni;
una bella ebbrezza mi spinge
né temo il suo beccheggiare
in piedi a far questo brindisi
solitudine, stella, scogliera
a tutto quello che valse
il bianco affanno della nostra vela.
(Salut, da Poesie, 1899 - Traduzione di L. Frezza)
Nel gennaio del 1893 il poeta francese Stéphane Mallarmé si trovò a presiedere il congresso annuale della rivista La Plume. Come saluto, recitò questo sonetto “con un fine sorriso sulle labbra, l’occhio leggermente estatico, commosso, tremante come una giovane vergine su cui posano gli occhi di tutta l’assemblea”, come da resoconto della stessa rivista. Ma questo brindisi augurale a un congresso di scrittori si è trasformato ben presto in un inno alla poesia, tanto che Mallarmé chiese di porlo all’inizio della raccolta definitiva delle sue opere. Ci sono tutti i suoi cari simboli, la schiuma, la scogliera, la stella, gli aggettivi “vergine” e “bianco” a fare di quella tavola imbandita una nave su cui i poeti viaggiano come nuovi Odisseo in quell’avventura della mente che è la ricerca poetica.
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VLADIMIR KUSH, “RIPPLES ON THE OCEAN”
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LA FRASE DEL GIORNO
Definire un oggetto è annullare i tre quarti del godimento della poesia, che nasce dalla soddisfazione di indovinare a poco a poco: suggerirlo, evocarlo - è questo che ammalia la fantasia.
STEPHANE MALLARMÉ
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