SALVATORE QUASIMODO
19 GENNAIO 1944
Ti leggo dolci versi d'un antico,
e le parole nate fra le vigne,
le tende, in riva ai fiumi delle terre
dell'est, come ora ricadono lugubri
e desolate in questa profondissima
notte di guerra, in cui nessuno corre
il cielo degli angeli di morte,
e s'ode il vento con rombo di crollo
se scuote le lamiere che qui in alto
dividono le logge, e la malinconia
sale dei cani che urlano dagli orti
ai colpi di moschetto delle ronde
per la vie deserte. Qualcuno vive.
Forse qualcuno vive. Ma noi, qui,
chiusi in ascolto dell'antica voce,
cerchiamo un segno che superi la vita,
l'oscuro sortilegio della terra,
dove anche fra le tombe di macerie
l'erba maligna solleva il suo fiore.
(da Giorno dopo giorno, 1947)
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Sono i primi giorni del 1944 a Milano e la città è ancora sotto il giogo nazifascista: Mussolini è caduto sei mesi prima ma è tornato al potere con la Repubblica di Salò e governa in pratica per l’alleato tedesco. È in questo clima cupo, in cui la guerra continua ad esigere il suo tributo anche dai civili e la lotta fratricida insanguina il paese, che Salvatore Quasimodo (1901-1968) legge versi - si tratta di uno dei lirici greci che sta traducendo in quel periodo - quasi per evadere dalla notte di guerra, dall’oscuramento, dalle pattuglie, dagli aerei degli Alleati che bombardano la città. La stessa poesia del Premio Nobel messinese da ermetica si è fatta più piana, con l’esigenza di raccontare ampiamente la realtà; così è anche significativo che il titolo sia la data. Ma, come capita spesso, a quella notte in cui è la disperazione a dominare, subentrerà la speranza: tre giorni dopo, il 22 gennaio, gli Alleati sbarcheranno ad Anzio, dando il via al lungo processo di liberazione dell’Italia.
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EFFETTI DEI BOMBARDAMENTI SU MILANO, PIAZZA VETRA, AUTUNNO 1943
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LA FRASE DEL GIORNO
Giorno dopo giorno: parole maledette e il sangue / e l'oro. Vi riconosco, miei simili, o mostri / della terra. Al vostro morso è caduta la pietà, / e la croce gentile ci ha lasciati.
SALVATORE QUASIMODO, Giorno dopo giorno
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968), poeta e traduttore italiano, esponente di rilievo dell'ermetismo. Essenziale ed epigrammatico, ha temperato gli influssi originari in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera un’intensa sensualità in trepide visioni. Premio Nobel per la letteratura 1959 “per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi”.
3 commenti:
Da meditare nelle scuole d'oggi, ai ragazzi che si lamentano.
...si, bravo Paolo.
ciaoo Vania
sottoscrivo: bravo, Paolo
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