ALDO CAPASSO
STUPORE, PERCHÉ MAI…
Fui sempre, come ora, adolescente
ambiguo; turbamento di mestizie
musicali, – erbe che una notte indugi
a blandire e confondere…
Il giovinetto amava
centellinarti, amara sera e dolce,
presso ruine
tacite e bianche.
Ma un frùscio nel sentiero,
di foglia o di fanciulla,
nel cuore sobbalzante
insinuava un sogno
di gettarsi – di darsi
in regalo per nulla.
Tenui ombre impallidite
oscillano nel luogo
deserto e qualche fiore ne sospira.
I ricordi mi tangono; il passato
abita qui ancora; il luogo intorno
compone un regno pieno di bisbigli…
.
Ah, la gioventù! I suoi turbamenti e la volubilità dei sentimenti, le timidezze e le sfacciataggini. Chi non ricorda gli errori commessi per inesperienza o per quell’ebbrezza che sembra innata in quell’età dorata? Il poeta veneziano Aldo Capasso racconta con il suo “realismo lirico” un po’ aulico e datato il ricordo di quegli anni, apparso come un fantasma in uno dei luoghi che frequentava da adolescente.
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DAVID LORENZ WINSTON, “PAST DREAMS”
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LA FRASE DEL GIORNO
La giovinezza è un'orribile età che apprezziamo soltanto nel momento in cui la rimpiangiamo.
ANTONIO AMURRI, Qui lo dico e qui lo nego
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