domenica 18 novembre 2012

Sei haiku d’autunno


“Vento d’autunno / allo sguardo / tutto è haiku” scrisse Kyoshi Takakama. Ed è vero: tutto è haiku perché la bellezza della stagione genera poesia, è essa stessa poesia, e gli scrittori di haiku, così intimamente legati alla natura e al suo giro stagionale, non possono farsela sfuggire. Questi sei haiku vanno a disegnare un quadretto tutto orientale: li leggiamo e già la nostra immaginazione ci mostra quei giardini giapponesi dove le piante sembrano ardere, dove le nebbie sono un velo d’argento e la malinconia un sentimento cui abbandonarsi con dolcezza.

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YOSA BUSON

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Si oscura la montagna,
e ruba il rosso
alle foglie dell'autunno

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MASAOKA SHIKI

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Lontano e vicino si ode
crosciar di cascate
tra foglie cadute

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TAKARAI KIKAKU

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Con la prima brina,
chissà cosa sogneranno
nelle barche?

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DAKOTSU IIDA

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Fuji d'autunno
il posto del disco del sole
è scomparso

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SHŪŌSHI MIZUHARA

*

Mi desta un sogno
e mi sorprende il buio,
già tardo autunno!

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NAITŌ JOSŌ

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Foglie
adagiate su una pietra
sepolta nell'acqua

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FOTOGRAFIA © WALLPAPERS FREE

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LA FRASE DEL GIORNO
Lui – una parola / Io – una parola / e l’autunno incalza
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KYOSHI TAKAHAMA




Taniguchi Buson, noto come Yusa Buson (Kema 1716 – Kyoto, 25 dicembre 1784), poeta e pittore giapponese figlio di padre veneziano. Le sue liriche affrontarono soprattutto le tematiche della natura e della esistenza umana e raggiunsero un buon livello letterario grazie alla forza descrittiva e al realismo delle immagini.


Masaoka Shiki, pseudonimo di Masaoka Tsunenori (Matsuyama, 14 ottobre 1867 – Tokyo, 19 settembre 1902), poeta, critico letterario e giornalista giapponese. È considerato, con Matsuo Bashō, Yosa Buson e Kobayashi Issa, uno dei quattro grandi autori di haiku, l'unico a non esser vissuto nel periodo Edo.


Takarai Kikaku, noto anche come Enomoto Kikaku (Tokyo, 11 agosto 1661 – 2 aprile 1707), poeta giapponese di haiku, tra i discepoli più affermati di Matsuo Bashō. Diede tono all'haiku dalla morte di Basho fino al tempo di Yosa Buson alla fine del XVIII secolo. Tra le sue opere un documento che descrive gli ultimi giorni di Bashō.


Dakotsu Iida (Fuefuki, 26 aprile 1885 – 3 ottobre 1962), pseudonimo di Takeji Iida, poeta giapponese di haiku. Allievo di Kyōshi Takahama, con le sue poesie fu collaboratore delle riviste Hototogisu e Unmo, di cui fu redattore capo.


Shūōshi Mizuhara, pseudonimo di Yutaka Mizuhara  (Tokyo, 9 ottobre 1892 – 17 luglio 1981), poeta giapponese di haiku, noto anche come Kiutei. Medico, iniziò a pubblicare sulla rivista Hototogisu, da cui si staccò in polemica apportando all’haiku la modernità dell’emozione soggettiva.


Naitō Jōsō (Inuyama, 1662 – 29 marzo 1704), poeta giapponese. In origine era un samurai di Owari, ma lasciò il servizio a causa di problemi di salute. Fu uno dei principali discepoli di  Bashō, e quando il Maestro morì nel 1694, lo pianse per ben tre anni,  rimanndo suo devoto seguace per il resto della sua vita.



4 commenti:

Federica ha detto...

Quanto mi piace leggerli! Se ti interessa anche io ho scritto ieri su post sull'haiku (molto più modesto del tuo).
A presto, Federica

DR ha detto...

visto - ti leggo in automatico su Google Reader... e ho pensato, avendolo già programmato per oggi: però, ci dev'essere nell'empatia nell'aria :-)

Vania ha detto...

...come quadri di grandi pittori..."perdersi":)

ciaoo Vania

DR ha detto...

"perdersi": è davvero il verbo giusto