martedì 12 ottobre 2010

Luce liquida d’autunno


EDUARDO MITRE

VERSI D'AUTUNNO

Luce liquida d'autunno:
nella chioma degli alberi
bevono gli occhi.

Non passa l'estate, no.
Arde, piuttosto, in mille braci:
l'autunno è la sua umida fiamma.
Dal verde
              al giallo
                            al rosso
arde come l'alcool
come la vita di Rimbaud,
come il corpo cangiante
della passione.

Passa il vento
come sempre passa d'autunno:
facendo cadere le foglie.
E su ogni ramo sboccia
la trasparenza dell'inverno.

Mi osservano curiosi
dallo stesso ramo
lo scoiattolo e il tordo.

Stanza d'albergo.
Alla finestra: il cardellino,
anche lui di passaggio.

Lezione dell'autunno:
barbicarsi alla terra
o staccarsi da tutto?

Alberi nudi:
foglie le ali
e gli uccelli frutti.

I versi di Wang Wei,
ne stacco uno,
lo innesto e prende bene.
Autunno breve: il crepuscolo.

Brulichio di stelle.
Sola
         la luna
con fulgore prestato.
Ma non importa.
L'ha già detto
Antonio Porchia:
Nessuno - neanche il sole -
è la luce di se stesso.

L'inverno alle porte.
Il vino. L'amicizia
degli amici
lontani o morti.
Dico i loro nomi:
sento le loro voci.

I bambini somali:
muta resterà la pagina
e al buio la mia casa
se non salto a un altro rigo.

Il frassino:
silenzio
in piedi.

Si agita - barca il suo corpo -
nel sonno la mia donna.
C'è vento nel suo sogno?

La luce della lampada.
Una poesia:
albero di parole.
Con te parleranno dell'autunno,
se la tua voce le sveglia,
se le toccano i tuoi occhi.

(da “Versi d’autunno”, Sinopia, 2005 – Trad. Antonella Ciabatti)

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Sono molti i temi che si intrecciano in questa poesia del boliviano Eduardo Mitre, insegnante di Letteratura negli Stati Uniti: c’è l’autunno, naturalmente, con il trascorrere delle stagioni e della vita; c’è la meditazione sull’esistenza, sul significato di questo passaggio terreno; c’è il senso di estraneità che si prova in una terra straniera, c’è la poesia, citata ben tre volte: Rimbaud, Wang Wei e Porchia; c’è il mondo nella sua globalità, rappresentato dalla notizia dei bambini somali letta su un giornale; c’è il ricordo di amici lontani o perduti; c’è anche l’amore, con la donna che dorme nel letto accanto al poeta e si muove nel sonno mentre fuori va in scena l’alba.

Eccolo lo sguardo del poeta che va al di là del visibile, ecco che cosa è in grado di cogliere osservando la prima luce di un mattino d’autunno rovesciarsi liquida nelle foglie degli alberi come dentro minuscole coppe.

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James Jordan, “Autumn dawn”

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LA FRASE DEL GIORNO
A
pri gli occhi. Svegliati: / il Paradiso sta qui / nella luce effimera.
EDUARDO MITRE, Vento d’autunno




Eduardo Mitre (Oruro, 1943), poeta, saggista, critico letterario e traduttore boliviano. Laureatosi a Pittsburgh con una tesi su Vicente Huidobro, ha insegnato letteratura a New York, alla Columbia University e alla St. Johns University. Le sue poesie  hanno uno stile rigoroso e incisivo, chiaro e immediato.


3 commenti:

Vania e Paolo ha detto...

...stì poeti che trovano quasi sempre le frasi giuste :)...dall'oltronde sono Poeti:))

..."lunga e vissuta " come una stagione questa poesia .

ciao Vania

...foto ok.:)
... mi sento Sgarbi :))...roba da matti !!!:)

Vania e Paolo ha detto...

...ehi...non querelarmi ....MAI !!!

DR ha detto...

i poeti sono come profeti: nelle loro parole c'è la rivelazione della realtà, anche quando guardano l'alba e la loro donna dorme