lunedì 21 novembre 2011

Una sera del 1959

 

VITTORIO BODINI

SERA

La lezione di musica
bruca l'umido
nel mezzo della via,
sentinella perduta dell'autunno,
e in una scia di zucchero filato
si fa strada l'urlo dei Sioux.
Nessun tempo avrà speso così male
tanta sete d'ignoto:
compra educatamente biglietti di morte
ai botteghini la gente, i giornali
parlano di dischi volanti
da cui ciascuno spera una rivincita.

(da Inediti 1954-1961)

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Grazie a questa poesia di Vittorio Bodini oggi entriamo in una specie di macchina del tempo e regoliamo la nostra meta su una sera d’autunno del 1959. Siamo a Lecce, dove il poeta visse fino al 1960, prima di stabilirsi a Roma. Fermi in una strada, ascoltiamo la musica di pianoforte provenire da una stanza lassù: qualcuno sta imparando a suonare, ogni tanto qualche nota incerta spicca nell’aria umida di novembre. Ragazzi giocano correndo con archi e frecce, una bancarella vende zucchero filato. E qui la poesia si fa esistenzialista, coglie l’aspetto sociale di quell’Italia del boom sospesa tra il ricordo della guerra e l’incertezza del futuro, tra la tradizione dei bigliettini funebri e le pagine dei giornali che parlano delle grandi avventure spaziali e della possibilità dell’esistenza degli extraterrestri. Assistiamo a quel tentativo di affrancarsi dalla povertà di un tempo, osserviamo chi ancora si ferma a pensare dove tutto questo ci porterà. Poi, torniamo alla nostra macchina del tempo, e riponiamo anche noi la speranza in qualche deus ex machina che ci tragga d’impiccio…

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CARTOLINA D’EPOCA

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LA FRASE DEL GIORNO
Ah, dove sono le acute presenze / del passato, le sue calde forme, / la cera su cui incidevano / i miei sentimenti? / Dove si nasconde il senso / delle cose che ho vissuto, / e i brividi lucenti / e i cieli dell'avventura?
VITTORIO BODINI, Metamor




2 commenti:

Vania ha detto...

...come sempre i Poesti ascoltano/vedono...."disegnano realtà"....e creano "musica".

ciaooo Vania

DR ha detto...

i poeti annotano tutto: i sensi sono all'opera