venerdì 2 dicembre 2016

Primo, unico amore

 

IZET SARAJLIĆ

UN SECONDO AMORE

Se in me un giorno, quando che sia, spuntasse un secondo amore
farebbe fatica con me.

Dovrebbe avere lo stesso viso del mio primo amore.
Lo stesso ricciolo. Lo stesso naso all’insù. Lo stesso colore degli occhi.
Lo stesso passo. Le stesse abitudini. Persino lo stesso indirizzo.
Di fatto, questo neppure sarebbe il mio secondo amore.
Sarebbe semplicemente la continuazione del mio primo, unico amore.

1965

(da Chi ha fatto il turno di notte,  Einaudi, 2012 -Traduzione di Silvio Ferrari)

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“Non si ama veramente che una sola volta, la prima” recita uno dei Caractéres di Jean de La Bruyère. Ed è assolutamente d’accordo con lui Izet Sarajlić, poeta e filosofo bosniaco, legatissimo al suo primo amore, Mikica, sposata nonostante la differenza religiosa tra di loro (lei cattolica lui musulmano) e morta nel 1996 in seguito agli stenti patiti durante l’assedio di Sarajevo. Naturalmente c’è invece chi crede che il secondo amore sia più bello ancora come nel celebre canto popolare pugliese…

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Doisneau

ROBERT DOISNEAU, “LE BASIER DE L’HÔTEL DE LA VILLE, 1950”

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LA FRASE DEL GIORNO
Come tutte le droghe forti, il vero primo amore è interessante solo per coloro che ne sono prigionieri.
STEPHEN KING, La sfera del buio




Izet Sarajlić (Doboj, 16 marzo 1930 – Sarajevo, 2 maggio 2002), storico, filosofo e poeta bosniaco. Fondatore nel 1954 del "Gruppo 54", movimento d'innovazione poetica, fu uno fra gli organizzatori delle "Giornate poetiche di Sarajevo" nel decennio successivo. Rimasto a Sarajevo durante l'assedio, tenne un diario di guerra, pubblicato nel 1993.


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