martedì 6 agosto 2013

Una sera a Parigi

 

ADAM ZAGAJEWSKI

JARDIN DU LUXEMBOURG

Le case di Parigi non temono il vento né la fantasia
(sono solidi fermacarte,
contrappeso dei sogni).
Nel fiume corrono barche bianche piene di gente
che reclama un saluto a quanti stanno sulla riva;
è gente dall’umore eccellente e liquida il passato.

Da un taxi scende una coppia di turisti ricchi
con abiti brillanti: li aspettano camerieri
con la divisa che la moda non ha trasformato.

Intanto, il Jardin du Luxembourg comincia a svuotarsi
e diventa un gigantesco erbario silenzioso;

non ricorda quanti passarono
per i suoi viali senza pensare che non vivono più.

Qui soggiornava Mickiewicz, e lì August Strindberg
lavorava alla pietra filosofale
che non riuscì mai a trovare.

Imbrunisce, scende una notte austera dall’est,
ombrosa e taciturna.
La notte viene dall’Asia e non pone domande.
Quant’è bello l’esotico, quanto è fredda la felicità.

Si accendono luci gialle alle finestre sopra la Senna
(c’è qui qualcosa di davvero misterioso: la vita di altre persone).

Lo so, in questa città non c’è nessun segreto.
Ma ci sono i platani, le piazze, i caffè, le strade accoglienti
e lo sguardo chiaro delle nuvole che si spegne lentamente.

(da Mano invisibile, 2009)

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La sera scende su Parigi, con tutti i suoi archetipi romantici: le luci gialle delle case lungo la Senna, i bistrot, i bateaux mouches, i turisti. E il poeta polacco Adam Zagajewski  rende omaggio al fascino di questa città piena di ricordi, allo splendore del Jardin du Luxembourg, l’esteso giardino pubblico che si trova nel VI arrondissement, fondato da Maria de’ Medici quattro secoli fa.

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Pont_des_Arts,_Paris

FOTOGRAFIA © BENH LIEU SONG

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LA FRASE DEL GIORNO
Come artista, un uomo non ha altra patria in Europa che Parigi.
FRIEDRICH NIETZSCHE, Ecce Homo




Adam Zagajewski (Leopoli, Ucraina, 21 giugno 1945), poeta, scrittore e saggista polacco. Esordì nel 1972 con Komunikat. Esponente della New Wave polacca, nel 1976 aderì al Comitato per la Difesa degli Operai e la dittatura comunista gli impedì di pubblicare. Cominciò allora il suo esilio a Houston e Parigi. Tornò a risiedere a Cracovia nel 2002.


2 commenti:

Vania ha detto...

Le case di Parigi non temono il vento né la fantasia
(sono solidi fermacarte,
contrappeso dei sogni)...che bello !!!:)


..un viaggio/ricordo di emozioni.

ciaoo Vania:)

DR ha detto...

si può viaggiare anche con la poesia