domenica 20 novembre 2011

Sconfinata ombra

 

DIEGO VALERI

SEQUENZA PER UN’OMBRA

Lontananza di pallide pianure,
di nudi alberi neri,
di fiumi bianchi dentro rive oscure.
Ti seguo, desolata lontananza,
per questa via senza tempo, che mena
di là dalla speranza.

La casa verde era chiusa nell’ombra,
tra i fiumi erranti del bianco mattino.
Tu stavi ritta presso la casa,
sola nel sole, al confine dell’ombra:
ferma in quel moto di spazi confusi,
piccola forma opaca, che rompe
il sole, che fa la sua macchia d’ombra.
Sola eri e ferma, senza sorriso,
ferma nel sole, sola con l’ombra
della tua vita, della tua morte.

Tu porti nelle braccia il mio dolore
come una creatura:
dolce lo chiudi sopra il dolce petto
il tuo caro dolore.

Dove vai? Dove sei? Già ti allontani
da memorie e speranze, dai segreti
nostri pensieri, dal dolce dolore,
che fu nostro, di vivere. Ti perdi
nell’ombra dei tuoi occhi: sconfinata
ombra sul mondo. Sei già d’altri, o solo
tua. Non ti vedo più. Sento, non vedo,
il sole di settembre sul mio volto.

Allora tutte le cose furono quell’unica morte,
e il cielo una bocca d’abisso che fiata la morte.
In vetta alle alte case toccate d’ultimo sole
splendevano morti i ricordi della perduta vita:
lembi di un oro nero di sogni, parole
di sangue sospese nell’aria come fiamme morte.
Vivi eran solo i tuoi occhi, versando calmi
una luce estrema d’amore sul mondo morto.

Tutto perduto. Il mondo
era il nostro segreto?

Sopra il dedalo oscuro delle sorti,
e i fuochi dell’amore, e gli orizzonti
della speranza, sopra i chiari fonti
battesimali e i tumuli dei morti

c’è nell’alto Qualcuno, viso d’angelo,
pupilla inesorabilmente aperta
che veglia in solitudine deserta,
riguarda, e silenziosamente piange.

(da Terzo tempo, Mondadori, 1950)

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L’ombra, una donna amata e perduta. In questo caso è una donna conosciuta da Diego Valeri nell’esilio di Mürren, sullo Jungfrau, in Svizzera, dove si era rifugiato per sfuggire all’Italia del dopo 8 settembre, nel 1944-45: “Un mondo bellissimo e senza pietà. Luci e ombre tagliate nette; i bianchi troppo crudi e salienti; i neri come buchi aperti sull’interna tenebra del globo; i pochi colori esaltati e congelati come pietre preziose. Un mondo minerale, senza fuoco né palpito; e fermo, fissato per sempre nei lineamenti ultimi del delirio tellurico di prima dell’uomo”. L’ombra è tutto quello che rimane di quella donna, che già è nelle braccia della sua nuova vita – forse con un altro uomo, forse ancora sola. La sua assenza però oscura il sole, è un buio che viene ad annientare e a disegnare un lugubre presente in una lontananza che non appartiene più allo spazio o al tempo, ma che costituisce un enorme buco nero capace di attrarre le memorie e le speranze.

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PABLO PICASSO, “LA SOMBRA SOBRE LA MUJER”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando un amore è la nostra vita che differenza c'è tra vivere insieme e morire insieme?
RAYMOND RADIGUET, Il diavolo in corpo




Diego Valeri (Piove di Sacco, 25 gennaio 1887 – Roma, 27 novembre 1976), poeta, traduttore e accademico italiano, fu ordinario di Letteratura Francese all’Università di Padova per oltre vent’anni, tranne nel periodo 1943-45 quando riparò in Svizzera come rifugiato politico.


4 commenti:

Tra cenere e terra ha detto...

Complimenti per la scelta di Picasso...

DR ha detto...

...illuminazione

Vania ha detto...

..molto bella..."assenza che oscura il sole".

...per questo si chiamano Poeti.:)
ciaoo Vania

DR ha detto...

vero Vania. Per questo si chiamano poeti :-)