LESJA UKRAÏNKA
CONTRA SPEM SPERO
Via, pensieri, voi, nubi autunnali!
Ora è la primavera dorata!
Forse nell’amarezza, nel pianto
Passeranno gli anni della giovinezza?
No, voglio ridere attraverso le lacrime,
Intonare canzoni nel dolore,
Sperare comunque senza speranze,
Voglio vivere! Via, pensieri tristi!
In un triste campo desolato
Seminerò fiori variopinti,
Seminerò fiori nel gelo,
Verserò su di essi lacrime amare.
E per queste lacrime cocenti si dissolverà
Quella possente crosta di ghiaccio,
Forse i fiori cresceranno – e giungerà
Anche per me l’allegra primavera.
Trasporterò un pesante masso
In cima a un’erta montagna sassosa
E, portando questo tremendo fardello,
Intonerò un’allegra canzone.
Nella lunga notte buia, impenetrabile
Non chiuderò gli occhi per un attimo,
Cercherò la stella polare,
La chiara sovrana delle notti buie.
Sì! Riderò attraverso le lacrime,
Intonerò canzoni nel dolore,
Spererò comunque senza speranze,
Vivrò! Via, pensieri tristi!
2 maggio 1890
.
Contra spem spero è il motto latino che la poetessa ucraina Lesja Ukraïnka pone come titolo a questa sua lirica: contro ogni speranza, spero. Prende spunto dal risveglio di primavera, dal nuovo rigoglio che esprime il trionfo della vita dopo il letargo invernale, dopo il gelo, e si affida a una fede cieca nella speranza, nell’Ultima Dea dei latini. Non è facile, certo, nonostante Hermann Hesse sostenga che “È felice chi spera”: l’azione del trasportare il masso sulla cima di una montagna sassosa ricorda da vicino l’immane vana fatica di Sisifo, mitico eroe greco condannato a far rotolare in eterno su per un pendio del Tartaro un’enorme pietra che, posta in cima, inesorabilmente torna a valle. Comunque, molto meglio sperare che disperare…
.
Fotografia © Anita Martinz
.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
LA FRASE DEL GIORNO
Noi viviamo di speranza, non possiamo fare altrimenti, perché come non possiamo dare tutto, così non possiamo ricevere tutto.
EDMOND JABÈS
Lesja Ukraïnka, pseudonimo di Larysa Petrivna Kosač-Kvitka (Novohrad-Volyns'kyj, 25 febbraio 1871 – Surami, 1º agosto 1913), poetessa ucraina. Con le sue opere poetiche fu sostenitrice della dignità e dell'indipendenza culturale del suo paese. Raggiunse l'apice con La Rosa Azzurra del 1896 in cui descrive la vita dell'intelligencija ucraina, dando vita al genere del "poema drammatico".
2 commenti:
....intonata la frase del giorno.
ciao Vania
dobbiamo essere consci dei nostri limiti ma non porre limiti a quello che potremo essere
Posta un commento