CORRADO GOVONI
VILLA CHIUSA
ne la campagna romana
So d'una villa chiusa e abbandonata
da tempo immemorabile, segreta
e chiusa come il cuore d'un poeta
che vive in solitudine forzata.
La circonda una siepe, e par murata,
di amaro bosso, e l'ombra alla pineta
da tanto più non rompe né più inquieta
la ciarliera fontana disseccata.
Tanta è la pace in questa intisichita
villa che sembra quasi che ogni cosa
sia veduta a traverso d'una lente.
Solo una ventarola arrugginita
in alto, su la torre silenziosa,
che gira, gira interminatamente.
(da Le fiale , Lumachi, 1903)
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“Ho sempre amato le cose tristi, la musica girovaga, i canti d’amore cantati dai vecchi nelle osterie, le preghiere delle suore, i mendichi pittorescamente stracciati e malati, i convalescenti, gli autunni melanconici pieni di addii, le primavere dei collegi quasi timorose, le campagne magnetiche, le chiese dove piangono indifferenti i ceri, le rose che si sfogliano sugli altarini nei canti delle vie deserte in cui cresce l’erba; tutte le cose tristi della religione, le cose tristi dell’amore, le cose tristi del lavoro, le cose tristi delle miserie”: Corrado Govoni stila un prontuario della sua poetica in questa lettera a Gian Pietro Lucini del 1904. Il Crepuscolarismo si va trasformando in Futurismo: di lì a poco Govoni passerà alle “Rarefazioni e parole in libertà”, alla poesia visiva. Qui quel disinvolto uso dell’analogia, quel rifiuto delle canoniche sublimazioni poetiche è solo accennato. Vi possiamo leggere anche Palazzeschi, con la sua fontana malata, con i suoi palazzi misteriosi. Quello che più risalta è la scelta di un luogo per simboleggiare uno scenario di decomposizione, di appassimento: e Govoni mette a frutto tutta la sua abilità stilistica nel ricreare l’atmosfera, giocando con una serie di aggettivi (chiusa, abbandonata, segreta, disseccata, intisichita, arrugginita). Una poesia immobile come un dipinto, non fosse quella vecchia banderuola che gira senza fine.
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April, "Villa spagnola"
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LA FRASE DEL GIORNO
Un’opera meravigliosa di stregoneria. / Così vorrei che per te fosse, la mia povera / impotente schiacciata poesia.
CORRADO GOVONI, Il flauto magico
Corrado Govoni (Tàmara, 29 ottobre 1884 – Lido dei Pini, 20 ottobre 1965), poeta e scrittore italiano. Dopo una prima esperienza crepuscolare aderì al futurismo, staccandosene in seguito per proseguire su una strada più personale, capace di coniugare toni crepuscolari, liberty e simbolisti.
3 commenti:
In un mondo alla mercè dell’apparire e non dell’essere, in un regno dell’estetica e dell’ignoranza dove tutto passa attraverso i cubi delle discoteche e i troni della televisione, è meraviglioso trovare perle rare e trovare chi le riconosce. Chiusa, abbandonata, segreta, disseccata, intisichita, arrugginita, chi mai vorrebbe essere così ? Vogliono essere tutti aperti, amati, ammirati,bellissimi,giovanissimi. Per fortuna c’è ancora chi apprezza il fascino e il valore delle cose dignitose, celate, discrete. Grazie.
...voglio dire che il mondo ...è bello perchè è vario...e si può scegliere a cosa appartenere....se si vuole.
ciaoo Vania
Grazie, Marzia: il tuo commento è bellissimo e lo sottoscrivo in toto. Mi emoziona sapere che c'è ancora chi pensa fuori dal coro belante
Grazie anche a te, Vania. La varietà è la bellezza del mondo...
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