venerdì 6 agosto 2010

Luciano Erba

La sera del 3 agosto è morto nella sua casa milanese il poeta Luciano Erba. Aveva 87 anni ed era molto legato alla città meneghina, dove era nato e dove aveva vissuto gran parte della vita, insegnando letteratura francese all’Università Cattolica e lavorando come critico e traduttore.
 
Discreto e distaccato, aveva trasposto anche nei versi questo suo lato caratteriale, senza rompere con la grande tradizione del Novecento italiano, diventandone anzi un epigono spesso paragonato a Montale. Una poesia di una raffinata e naturale eleganza la sua, lontana dalle ideologie e legata a Milano, a una sua certa idea di come la città dovrebbe essere. La sua raccolta più interessante è “Il male minore” del 1960: quel male è l’ignoranza, l’indifferenza di fronte al reale, che spinge il poeta – alla Montale, appunto – a rimanere ai margini, coinvolto in piccoli fatti quotidiani e privati che gettano sguardi distratti alle cose che entrano nel cono visivo dell’esistenza. Un’inquietudine usata come un relitto per salvarsi dal naufragio del pessimismo, quasi uno sdegno di fronte a un mondo che contraddice l’animo cattolico di Erba.
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Da “IL PRETE DI RATANÀ” (All’Insegna del Pesce d’Oro, 1959)

 

GLI IREOS GIALLI

 

I ragazzi partiti al mattino
di giugno quando l'aria sotto i platani
sembra dentro rinchiudere un'altra aria
i ragazzi partiti alla pesca
con un'unica lenza ma muniti
di un paniere ciascuno a bandoliera,
in silenzio ora siedono sul filobus
arrivato veloce al capolinea
e il sogno rifanno che Milano
abbia azzurre vallate oltre il Castello
dove saltino i pesci nei torrenti.
Sui prati rimane un po' di nebbia
la tinca nella sua buca di fango
ricomincia a dormire. Mattiniera
la carpa perlustra attorno ai bordi
di un tranquillo canale. La carpa
è astuta e non abbocca mai.
I pescatori non avranno fortuna. Ma
risalendo i canali e le roggie,
di prato in prato, di filare in filare,
arriveranno i ragazzi dove è fitta
la verzura dei fossi, dove gialli
sono i fiori degli ireos e come spade
le foglie tagliano fresche correnti
sotto l'ombra dei salici,
Arriveranno fino ai fiori lontani
i pescatori senza ventura
i ragazzi in gita nella pianura!

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Da “IL MALE MINORE” (Mondadori, 1960)

UN’EQUAZIONE DI PRIMO GRADO

La tua camicetta nuova, Mercedes
di cotone mercerizzato
ha il respiro dei grandi magazzini
dove ci equipaggiavano di bianchi
larghissimi cappelli per il mare
cara provvista di ombra! per attendervi
in stazioni fiorite di petunie
padri biancovestiti! per amarvi
sulle strade ferrate fiori affranti
dolcemente dai merci decollati!
E domani, Mercedes
sfogliare pagine del tempo perduto
tra meringhe e sorbetti al Biffi Scala.

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DAL DOTTOR K.

(con tre glosse e una variante)

Si sciolga si stenda si rilassi
e associ le immagini del sogno
il sottogola dei preti
la pancia dei tonni
le prugne
le prugne bianche di Boemia 1
associ! è difficile
ce blanc ci tendre de plâtre
sous un ciel de vent d'ouest
sali par les cheminèes d'hiver 2
associ! dopo il viadotto cominciammo a salire
tra due siepi di rovi 3
associ! salivo scale verniciate di fresco
di case ricominciate
strappavo grumi di minio dalle ringhiere
associ, associ! ma ritorna il tonno!
associ si sciolga si rilassi
salivo scale sopra il mare
K. seduto come Napoleone
Decide
Salire scale è come (Adler) amare. 4

 

1 eravamo partiti da Mariahilfe
fino ai fiori dei fagioli
tra i papaveri d'alta montagna

2 Variante
ce blanc des cuisses des filles
quand elles quittent leurs bas noirs dans un meublè

3 fu un’estate di fiori divelti
di treni freschi, d'imposte socchiuse

4 fu quando su una sedia di vimini
tatuavo la scema di Rimini???

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Da “IL PRATO PIÙ VERDE” (Guanda, 1977)

GLI ANNI QUARANTA

Sembrava tutto possibile
lasciarsi dietro le curve
con un supremo colpo di freno
galoppare in piedi sulla sella
altre superbe cose
apparivano all’altezza degli occhi.
Ora gli anni volgono veloci
per cieli senza presagi
ti svegli da azzurre trapunte
in una stanza di mobili a specchiera
studi le coincidenze dei treni
passi una soglia fiorita di salvia rossa
leggi "Salve" sullo zerbino
poi esci in maniche di camicia
ad agitare l’insalata nel tovagliolo.
La linea della vita
deriva tace s’impunta
scavalca sfila
tra i pallidi monti degli dei.

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LA FRASE DEL GIORNO
Questo è tempo di haiku dice il maestro / tutto il resto sunt lacrimae rerum / conta il raggio di luna sul canneto / lasciali perdere, Sacchi e Di Pietro.
LUCIANO ERBA, L’ipotesi circense




Luciano Erba (Milano, 18 settembre 1922 – 3 agosto 2010), poeta, critico letterario, traduttore del secondo Novecento, appartenente alla Quarta generazione della Linea Lombarda. Insegnò Letteratura Francese e Letterature Comparate  all’Università Cattolica di Milano.


5 commenti:

DolceBuba ha detto...

rispetto il ricordo, ma non era assolutamente tra i miei preferiti.... faceva parte della giuria del Premio Tirinnanzi di Legnano

DR ha detto...

Anch'io non sono tra gli estimatori di Luciano Erba: apprezzo i suoi testi d'esordio, quella "Gli ireos gialli" è bellissima.

Gli sperimentalismi, i giochi di parole non mi hanno mai affascinato troppo in poesia, questione di gusti personali, sia chiaro...

DolceBuba ha detto...

Purtroppo ha influenzato troppo il Premio Tirinnanzi..... per me la Poesia è un'altra cosa.
Ecco cosa scriveva nella prefazione, di apertura della raccolta delle poesie vincitrici e finaliste dei 25 anni di Poesia :

"Livello medio-alto ? non sempre per la verità... Ad esempio non mancano gli espontàneos, i naiif, in italiano non sapremmo come chiamarli : i primitivi ? insomma quanti mettono in versi, senza alcuna preparazione, i loro pensierini semplici e commoventi. Sarebbe bello, troppo bello, trovarci di fronte ad un "caso" [...] Ma abbandoniamo, per il momento ogni illusione populista, e lasciamo al loro destino, anche se continueremo a leggerli armati di santa pazienza, i compitini zeppi di luoghi comuni e scritti secondo modelli di poesia del tempo che fu"

Si commenta da solo il suo pensiero e non aggiungo altro perchè sono ospite del tuo blog....

DR ha detto...

la poesia non ha bisogno di preparazione. Certo, se uno ce l'ha, non fa male. Ma può portare all'eccesso opposto, all'illeggibilità. Vogliamo parlare del "Dottor K."? È poesia per iniziati, bisogna sapere per esempio che Adler è uno psicanalista e quindi si spiega anche il rapporto nel sogno tra salire le scale e fare l'amore...
Questo intendevo quando ho detto che non amo gli sperimentalismi. Un altro è Sanguineti, spesso illeggibile in alcune poesie sperimentali, capace però altrove di giocare con le rime. Quello che non mi piace è questo giudizio di superiorità, da "arrivato", come se non ricordasse di essere anch'egli partito dal basso...

DolceBuba ha detto...

la poesia è pulsione, emozione, musicalità e RISPETTO PER IL LETTORE, indipendentemente dalla sua cultura..... se non si è in grado di rispettare quest'ultimo fondamentale punto, non resta che scrivere miseramente per se stessi.....

A ottobre ci saranno le premiazioni.... vedremo se le scelte cadranno su altri stili....