Ah, la bellezza, questo “dono degli dei”, per dirla con Aristotele, questa “promessa della felicità” per usare le parole di Stendhal… Ma quando la bellezza si incarna nello splendido corpo di una donna allora può diventare sublime. E suscitare commenti ironici e un po’ invidiosi come questo di Vittorio Buttafava, da “La vita è bella nonostante”: “È bene che le donne belle siano stupide. Se fossero anche intelligenti sarebbe un’ingiustizia”. C’è anche l’altro lato, quello della donna bella che commenta se stessa, Sharon Stone: “Se hai una vagina e un cervello intelligente, allora hai in mano una combinazione invincibile”. E comunque “da una bella donna si tollera tutto” dice Molière nel “Borghese gentiluomo”.
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Olena Popova, Fotografia © InAdv
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E questa bellezza, com’è? Come deve essere? Chi ha stabilito i canoni per giudicarla? È la magrezza, l’altezza, la proporzione? E varia con il tempo? Una volta non era un suo attributo fondamentale una certa rotondità? Prendiamo, nel I secolo dopo Cristo, Seneca: in quella miniera di saggezza che sono le “Lettere a Lucilio” stabilisce anche i criteri della bellezza femminile: “Una bella donna non è colei di cui si lodano le gambe o le braccia, ma quella il cui aspetto complessivo è di tale bellezza da togliere la possibilità di ammirare le singole parti”. La pensa così anche Catullo, un secolo prima: “Per molti Quinzia è «bella». Per me è «splendida». Alta. Diritta. Accordo sui particolari. Sulla sintesi «bella», no. Il fascino manca”. Armonia e proporzione dunque sono i requisiti fondamentali per la bellezza di una donna. Anche il poeta inglese del Settecento Alexander Pope è d’accordo: “Non è un labbro o un occhio quello che chiamiamo bellezza, / ma la forza globale e il risultato finale di tutte le parti”. Angelo Firenzuola nel Cinquecento scrive addirittura una serie di “Discorsi delle bellezze delle donne” e sta lì a misurare matematicamente: “La fronte ha da essere spaziosa, cioè larga, alta, candida e serena… L’altezza ha da essere tanta, quanta è la metà della sua larghezza: e però dee essere tanto larga quanto è alta una, sicché dalla larghezza si ha a pigliare la lunghezza, e dalla lunghezza la larghezza”. Confesso che mi ci sono perso. Molto meglio John M. Barrie, il creatore di Peter Pan, che in “Quel che ogni donna sa” così la spiega: “È una sorta di fluorescenza in una donna. Se ha fascino, non ha bisogno di niente altro; se non ce l’ha, tutto il resto non serve a molto”.
E per chi non è o non si sente bella? Non c’è nessun motivo di disperarsi: José Ortega y Gasset, filosofo spagnolo del Novecento, afferma con sicurezza che “La bellezza che seduce coincide poche volte con la bellezza che fa innamorare”. E Karl Kraus chiosa: “Ci sono donne che non sono belle, hanno solo l’aria di esserlo”.
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LA FRASE DEL GIORNO
Bellezza della grande arte, bellezza di tutta la gioia, soprattutto bellezza di donna.
FRANCIS SCOTT FITZGERALD, Di qua dal Paradiso
LA FRASE DEL GIORNO
Bellezza della grande arte, bellezza di tutta la gioia, soprattutto bellezza di donna.
FRANCIS SCOTT FITZGERALD, Di qua dal Paradiso
2 commenti:
Io credo che il bello sia molto soggettivo, solo l'amore può vestirci nel modo migliore. La perfezione di un amore sta in questo: nella compiutezza di chi ci osserva vivendoci accanto. Sempre grande il "mio" Piccolo Renoir.
non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace... lo so, si dice, ma i canoni estetici un briciolo di oggettività devono pur averlo, chiamiamola chimica o qualcosa racchiuso all'interno del nostro cervello...
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