lunedì 29 settembre 2008

Machado de Assis


La fama di Joaquim Machado de Assis era confinata al natio Brasile, quando morì sessantanovenne a Rio il 29 settembre 1908. Ma negli ultimi anni, soprattutto negli ambienti culturali anglosassoni, Machado de Assis è diventato una figura di grido e critici e scrittori hanno paragonato il suo genio addirittura a quello di nomi inarrivabili come Dante, Shakespeare e Cervantes.

Susan Sontag, la scrittrice americana Premio Nobel, sta più con i piedi per terra, si limita a dire che fu "il più grande scrittore mai prodotto in America latina, superando anche Borges". Il critico Harold Bloom vola definendo questo nipote di schiavi "il maggiore artista della letteratura nera".

Più realisticamente, Machado de Assis è da considerare il maggiore scrittore in prosa della letteratura brasiliana, che ha attraversato la seconda parte dell'Ottocento bilanciandosi tra il Romanticismo ed il Realismo. Se si vogliono fare dei paragoni meno arditi, si potrebbero scomodare Flaubert ed Henry James ed arrivare a ravvisare anche toni kafkiani, come in "Memorie postume di Brás Cubas", autobiografia di un aristocratico decadente che rievoca la sua vita, le sue delusioni e i suoi fallimenti dall'interno della tomba.

L'umorismo di Machado de Assis si fonde con una buona analisi psicologica, costruita sull'acuta osservazione dei comportamenti umani. "Memorie postume" è considerato dai critici il suo capolavoro, ma i brasiliani preferiscono il malinconico "Don Casmurro", centrato sugli effetti della gelosia. I brasiliani, si sa, sono un popolo caldo ma incline alla nostalgia...




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LA FRASE DEL GIORNO
La vita... è una enorme lotteria; i premi sono pochi, gli insuccessi numerosi, e sui sospiri di una generazione si ammassano le speranze dell'altra. Questa è la vita.
JOAQUIM MACHADO DE ASSIS, Carte avulse, "Teoria del medaglione"

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