SALVADOR ESPRIU
PREGHIERA DI NATALE
Guarda come vengo attraverso la notte
del mio popolo, del mondo, senza canti
né sogni, ormai, a mani vuote:
ti porto solo il mio gran grido.
Bimbo che dormi, non l'hai sentito?
Svegliati con me, guidami la paura
di viandante, questo dolore
di occhi di cieco in mezzo alla notte.
(da Il viandante e il muro, in Linea d'Ombra, n. 29, 1988 - Traduzione di Alberto Cristofori)
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Cosa suggerisce il Natale alla gente moderna, a quella del XX secolo - come Salvador Espriu, poeta catalano che scrisse questi versi in occasione della Natività 1963 - a noi che viviamo questo tormentato e vacuo XXI secolo? Cosa significa festeggiare il Natale nelle nostre solitudini, nelle nostre famiglie, nella nostra società profondamente cambiata? Al di là dell'effimera opulenza di luci delle nostre città, che cosa rimane del messaggio di quel Bimbo che dorme nella notte di Natale?
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IMMAGINE © GERALT/PIXABAY
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LA FRASE DEL GIORNO
Sotto il notturno nembo del Natale / ecco una luce che non ha l'eguale.
CARLO BETOCCHI, L'estate di San Martino
Salvador Espriu i Castelló (Santa Coloma de Farners, 10 luglio 1913 - Barcellona, 22 febbraio 1985 ), poeta, drammaturgo e romanziere catalano, considerato uno degli innovatori della prosa catalana con le formule del Noucentisme. La sua poesia si distingue per la natura ermetica e simbolica.
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