lunedì 14 luglio 2008

Un’oasi di pace


Dopo giorni passati in trincea o negli attendamenti tra i monti con la polvere e il fango, con il tormento dei pidocchi e la sporcizia incrostatasi sui vestiti, doveva essere un sollievo incontrare uno specchio d’acqua e immergervisi. Un’oasi dove la guerra sembra lontana, un luogo dove vige una tregua non dichiarata. L’acqua assume davvero la sua valenza simbolica di elemento purificatore: non lava via solo la polvere ma anche le brutture e gli orrori della guerra.

Giuseppe Ungaretti, nella Prima Guerra Mondiale, si immerge nelle acque dell’Isonzo, a Cotici, il 16 agosto 1916. La sera, appoggiato ad un albero mutilato dai colpi di mortaio, su una dolina del Carso, scrive una delle sue poesie più belle, nella quale ripercorre le epoche della sua vita e le città dove ha vissuto, “I fiumi”. Ungaretti racconta:

[…]

Stamani mi sono disteso
in un’urna d’acqua
e come una reliquia
ho riposato

L’Isonzo scorrendo
mi levigava
come un suo sasso

Ho tirato su
le mie quattro ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull’acqua

Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole

[…]

Nella Seconda Guerra Mondiale il caporale degli Alpini Mario Rigoni Stern, dopo l’armistizio italo-greco del 22 aprile 1941, nella zona di Leskovika scopre un piccolo paradiso in terra albanese e ci si immerge come Ungaretti: l’acqua ha il potere di cancellare immagini terribili viste pochi giorni prima: i corpi calcinati di soldati greci ed italiani dissepolti dal disgelo di primavera. Rigoni Stern scrive in “Quota Albania”:

“C’è un’ansa tutta circondata da alberi, con i rami a lambire la corrente; l’acqua è limpida e fresca; il fondo non è di sassi, ma di una creta verde e dura. Mi spoglio ed entro in quell’acqua fredda che per un attimo mi fa trattenere il fiato, poi mi diverto a spruzzarmi e a guardare i prilli tra la luce che filtra dal bosco attorno.
Quando esco vado a stendermi su un sasso al sole; alto, nel mezzo del fiume. Sento il mio corpo evaporare, la corrente lambire il sasso e correre via.
Chiudo gli occhi e sotto le palpebre ruotano infiniti piccoli soli colorati. E mi lascio vivere”.


Alpini nelle retrovie del fronte greco-albanese nel settembre 1941
Foto dell'Archivio storico dell'Istituto Luce
tratta da "Alpini. 140 anni di storie ed eroismi"


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LA FRASE DEL GIORNO
Chi "non si adatta al mondo" è sempre vicino a trovare se stesso. Chi si adatta al mondo non si trova mai, ma può diventare consigliere nazionale.
HERMANN HESSE, Lettere inedite




Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


Mario Rigoni Stern (Asiago, 1º novembre 1921 – 16 giugno 2008), scrittore italiano. I suoi testi, di cui il più noto è il romanzo Il sergente nella neve, piccola Anabasi di un gruppo di alpini italiani sul fronte del Don, nel secondo conflitto mondiale, hanno doti di freschezza e d'immediatezza lirica decantata in coscienza morale.


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