Visse solo trent’anni Rocco Scotellaro, che nacque il 19 aprile del 1923 e morì il 15 dicembre 1953, ma bastarono al poeta lucano per lasciare un segno nella letteratura del primo dopoguerra. Colpì Italo Calvino perché “impegnato sul fronte più avanzato della lotta sociale” – fu sindaco socialista di Tricarico – e “sul piano più qualificato della cultura letteraria nazionale”. Ne scaturisce una poesia di contrasti, di amore-odio per la terra, da cui fugge ma cui ritorna, di contrasto tra l’atavico mondo contadino e la modernità romana, di carnale sensualità e fulmineo disamore, con un filo rosso che però cuce ogni cosa: l’armonico rapporto che deve esistere tra l’uomo e la natura.
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APPUNTI PER UNA LITANIA
Sud è il mio amore, sono gli aratori,
nell’ombra delle quercie o sulle aie,
dormono legati alle cavezze
delle cavalle baie.
Hanno la faccia bruciata
una crosta di pane.
E donne salgono pendii
si stringono i figli nel vento,
vanno cercando piene di sgomento
l’uomo che può non ritornare.
Sud è bambini che piangono
nelle bocche dei vicoli abbandonati.
La musica è la cinica risata
della civetta spia d’ogni casa.
Perciò nelle feste grandi
facciamo le colonne dietro ai santi,
preghiamo per l’acqua e per il sole,
abbiamo la pelle dei dannati
quando i doni ci vengono negati.
Sud è l’amore condannato:
mosca cavallina ci solletica,
ci viene il profumo delle ortiche
quando la pioggia è toccata dal sole.
Sud è il mio più strano amore:
la bella contadina in mezzo ai fiori
che tu la puoi pestare.
Sud è la canzone dei primordi,
si muovono le dita
sulla rete dei ricordi.
E sud è mio nonno
mio padre e mia madre
e sud è il soldato di New York
che vi gira col casco sulle spalle,
lui figlio melenso in casa natia,
e sud sono anch’io
che canto la litania…
(da Il Meridione, 1° maggio 1951)
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RESEDA, ODORE RITROVATO E PERSO
Avevi tutti gli odori dei giardini
seppelliti nei fossi attorno le case;
tu sei, reseda selvaggia, che mi nutri
l’amore che cerco, che mi fa sperare.
E come l’onda non la puoi fermare,
non puoi chiudere la bocca ai germogli,
non serrare le persiane a questo sole,
io ti guardo e mi bevo il tuo sorriso,
amica del caso, scoperta del cuore
che deve colmare la sua sera.
(Rimini, maggio 1948)
(da È fatto giorno, Mondadori, 1954)
- A Roma il 1948
- Al Sopportico delle Api il primo amore
- Alla figlia del trainante
- Desiderio
- È calda così la malva
- Ho capito fin troppo
- I pezzenti
- Il cielo a bocca aperta
- La mia bella patria
- La prima di agosto
- L'Adige scroscia
- Le viole sono dei fanciulli scalzi
- Lucania
- Margherite e rosolacci
- Ora che domina luglio
- Ora che ti ho perduta
- Ottobre
- Tutt'intorno le montagne brune
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LA FRASE DEL GIORNO
La storia è nelle vene della terra.
ROCCO SCOTELLARO
Rocco Scotellaro (Tricarico, 19 aprile 1923 – Portici, 15 dicembre 1953), scrittore, poeta e politico italiano impegnato nella lotta per miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei contadini. La sua poesia è caratterizzata da da un'ambientazione pastorale serena, da un'armonia di immagini e visioni che esaltano la vita bucolica.
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