GERARDO DIEGO
NOTTURNO FUNAMBOLICO
Il molo è lo scenario.
Da lì posso vedere il vario,
nebbioso e straordinario
panorama.
Le stelle tremano.
così piccole sembrano
margherite che sbocciano
nell'erba.
Sul silenzio terrestre
si apre il bianco circo equestre
nel paesaggio rupestre
della Luna.
Le mie visioni di nottambulo
acrobata sonnambulo
equilibrista funambolo
una ad una.
La luna crescente
è come un uovo splendente.
tutto il cielo risente
della sua luce.
Le lanterne in fila
Sono stelle di prima.
seconda e terza
classe.
Si scorge in lontananza
il verde della speranza
e il rosso, sulla pancia
di un'imbarcazione
E con il latteo riflesso
si agitano nello specchio
formando un vivo bompresso
tricolore.
La ghirlanda di luci
cade nell'acqua a faccia in giù
rompendosi in mille quadrucci.
E se si screzia
la brezza sui canali
mobili, increspati, banali,
l'acqua danza un carnevale
di Venezia.
1918
(da Immagine, 1922)
.
Il poeta spagnolo Gerardo Diego gioca con l’ironia e con i simboli per dissolvere lo scenario di un “notturno”: lascia libero spazio alla fantasia, che galoppa nei territori dell’immaginazione fuggendo da ogni canone e da ogni convenzione, realizzando quello che colpì Antonio Machado come “il tono che meglio si adatta alla nuova poesia” che sarà definita ultraista, esaltazione della metafora e della sintesi in polemica con gli orpelli del modernismo.
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RAFAL OLBINSKI, "I VIAGGI DEL SIGNOR BROUCEK"
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LA FRASE DEL GIORNO
La poesia o non è niente o è linguaggio incorruttibile.
GERARDO DIEGO
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Gerardo Diego Cendoya (Santander, 3 ottobre 1896 – Madrid, 8 luglio 1987, poeta e scrittore spagnolo, appartenente alla cosiddetta Generazione del ‘27. Dapprima seguace del movimento "ultraista", subì l'influenza della poesia di Jiménez e di Antonio Machado, instaurando una poesia di gusto classico e gongorista.
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