venerdì 7 novembre 2014

Quell’istante

 

TITOS PATRIKIOS

METRÒ

Gli anni poi passeranno
masse di monti e pietra si frapporranno
tutto sarà dimenticato
come si dimentica il cibo quotidiano
che ci tiene in piedi.
Tutto, tranne quell'istante
in cui sul metrò affollato
ti aggrappasti al mio braccio.

(Υπόγειο τρένο, da La resistenza dei fatti, Crocetti, 2007 - Traduzione di Nicola Crocetti)

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La poesia è la capacità di cogliere l’attimo, di congelare l’istante – un po’ come fa la fotografia, ma aggiungendovi l’emozione delle parole. Quest’istante immortalato dal poeta greco Titos Patrikios – l’attimo in cui la donna su un metrò affollato a uno scossone si aggrappa al braccio del poeta – perde la sua consistenza temporale, diventa ricordo, allargando la sua estensione, assumendo un’importanza che sa andare al di là del tempo, al di là degli eventi che verranno a frapporsi.

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Coulson

FOTOGRAFIA © TIM COULSON

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LA FRASE DEL GIORNO
Per meschina e povera che sia, ogni vita possiede istanti degni di eternità.
NICOLÁS GÓMEZ DÁVILA, Tra poche parole




Títos Patríkios (Atene, 21 maggio 1928), scrittore e poeta greco. Confinato per tre anni dalla dittatura militare sull’isola di Makronissos e poi esule a Parigi e Roma, ha trasposto nei suoi versi l’esperienza di prigionia ed esilio. La sua opera è critica verso il mondo ma ritiene necessaria la lotta in difesa dei valori anche attraverso la poesia.


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