martedì 24 dicembre 2013

Ed eccola, la Stella

 

IOSIF BRODSKIJ

24 DICEMBRE 1971

Siamo tutti a Natale, un po’ Re Magi.
Negli empori, fanghiglia e affollamento.
La gente, carica di mucchi di pacchetti,
mette un bancone sotto accerchiamento
per un po’ di croccante al gusto di caffè
così ciascuno è cammello e insieme re.
Reticelle, sacchetti, borse della spesa,
colbacchi e cravatte che vanno di traverso.
Effluvi di vodka, odori di pino e baccalà
e di cannella, mandarini e mele.
Marea di volti, e per via del vento misto a neve
il sentiero verso Betlemme non si vede.
Quelli che portano i modesti doni
saltano sui mezzi, sfondano i portoni,
spariscono negli abissi dei cortili,
eppure sanno che la grotta è vuota:
niente greppia, né un bue con l’asinello,
o Colei che circonfusa è da un aureo anello.
Il vuoto. Ma basta immaginarlo con la mente,
e dal nulla, di colpo un guizzo luminoso.
Deve saperlo Erode che quanto più è potente,
tanto più certo, ineludibile è il prodigioso evento.
La costanza di tale affinità è il meccanismo fondante della Natività
E adesso ovunque festeggiano
il Suo avvento, mettendo tutti i tavoli vicino.
Ancora non serve la stella nel turchino,
ma già si può vedere da lontano
la buona volontà di ogni figlio d’Adamo,
mentre i pastori attizzano i falò
Fiocca la neve: non fumano i comignoli
sui tetti, squillano invece. I volti come macchie.
Erode beve. Le donne nascondono i piccini.
Chi sta giungendo - non si sa mai:
ignoriamo i presagi, e il cuore sull’istante
potrebbe non ravvisar un forestiero nel viandante.
Ma quando, nel gelo della porta spalancata,
una figura avvolta nello scialle emerge
dalla foschia fitta della notte,
senti esistere in te senza vergogna
il Bambino e lo Spirito Santo;
poi guardi il cielo ed eccola - la Stella.

(da Poesie di Natale, Adelphi, 2004 – Traduzione di Anna Raffetto)

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“Mi ispiravo a un’Adorazione dei Magi che avevo visto su una rivista... Amavo quella concentrazione di ogni cosa in un solo luogo - il che è quanto si verifica nella scena della grotta... e si compie il Miracolo. Perché i miracoli, attratti dalla terra, serbano gli indirizzi, anelando talmente a svolgere la prescritta funzione da giungere a destinazione perfino nel deserto”: il Natale riversava la sua magia anche su Iosif Brodskij, tanto che il poeta russo, Nobel per la Letteratura 1987, decise di scrivere ogni anno, il giorno della Vigilia, una poesia dedicata alla festa.

Il canto delle Sirene non vuole essere da meno: a tutti voi che leggete con assiduità queste pagine un caloroso Buon Natale!

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2892 Evening Christmas Market

PETER ETRIL SNYDER, “EVENING CHRISTMAS MARKET”

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LA FRASE DEL GIORNO
Su, vieni, se non vuoi perdere il meglio. Oggi è la Vigilia
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DINO BUZZATI, lo strano Natale di Mr. Scrooge e altre storie




Iosif Aleksandrovič Brodskij (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996), poeta, saggista e drammaturgo russo naturalizzato statunitense, fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1987 e nel 1991 fu nominato poeta laureato degli Stati Uniti. Arrestato dal regime sovietico nel 1964 per “parassitismo”, fu costretto ai lavori forzati e successivamente all’esilio negli Stati Uniti. È sepolto nel cimitero di Venezia.

4 commenti:

la belle auberge ha detto...

Ricambio con altrettanto calore i piu' sinceri auguri di un sereno Natale.
Buone Feste!
Eugenia

DR ha detto...

Grazie, Eugenia. Ancora buon Natale!

Vania ha detto...

!!!!!!....che quadro questa poesia.

..grazie!
ciaoo Vania:)

DR ha detto...

un'Adorazione dei Magi trasportata nelle nostre città moderne