martedì 2 aprile 2013

Come il ramo del biancospino

 

GUGLIELMO D’AQUITANIA

PER LA DOLCEZZA DEL TEMPO NUOVO

Per la dolcezza del tempo nuovo
mettono le foglie i boschi, e gli uccelli
cantano, ciascuno nella propria lingua,
secondo il verso del canto nuovo:
dunque è giusto che ciascuno si volga
a ciò di cui ha più desiderio.

Da lì dove mi è più buono e bello
non vedo messaggero né messaggio,
sicché il mio cuore non dorme e non ride
né io oso farmi avanti,
finché io non sappia bene del fatto
se esso è così come io lo voglio.

Il nostro amore va così
come il ramo del biancospino,
che sta sull'albero bruciando,
la notte, con la pioggia e al gelo,
fino al giorno dopo, quando il sole si spande
attraverso il fogliame sul ramoscello.

Ancora mi ricordo d'un mattino
quando noi ponemmo fine alla guerra
e che mi donò un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Ancora mi lasci Dio vivere tanto
che io metta le mie mani sotto il suo mantello!

Perché non m'importa dello strano latino
che mi divide dal mio Buon Vicino;
perché io so le parole come vanno,
quando si recita un breve sermone che si recita:
perché alcuni si vanno vantando dell'amore,
e noi non ne abbiamo il pane e il coltello.

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Oggi risaliamo indietro nel tempo di quasi un millennio per incontrare l’amore cortese di Guglielmo d’Aquitania, non un poeta qualunque, anzi un “trovatore”, ma addirittura un duca i cui territori, distesi dalla Loira ai Pirenei, erano più vasti di quelli del re di Francia. È in questo Medioevo che fiorisce – letteralmente – questa immagine del ramo di biancospino che trasfigura il sentimento d’amore per la donna lontana in una fresca metafora. E un’altra metafora percorre tutta la lirica – va ricordato che i trovatori si accompagnavano con uno strumento musicale – ed è quella del rapporto feudale: l’amore è visto come una sorta di vassallaggio cui ci si sottopone con subordinazione timorosa, quel “mettere le mani sotto il mantello” che a noi moderni fa pensare a un malizioso preliminare erotico, in realtà altro non è che il gesto formale e simbolico del giuramento di vassallaggio. Persino un potente duca diventa servo di una donna, per amore!

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hawthorn_blossom_boscawen_noon

PAUL LEVIN, “HAWTHORN IN BLOSSOM, BOSCAWEN-NOON”

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LA FRASE DEL GIORNO
Quando l'amante è lontano, più caldo si fa il desiderio; l'abitudine rende fastidioso l'amato
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PROPERZIO, Elegie




Guglielmo IX duca d'Aquitania, Guglielmo di Poitiers o Guglielmo il Giovane detto il Trovatore (22 ottobre 1071 – 10 febbraio 1127), condottiero e poeta francese. Fu uno dei condottieri della crociata del 1101 ma è meglio conosciuto come il primo dei trovatori — un poeta lirico in lingua volgare occitana — di cui ci resta l'opera.


2 commenti:

Vania ha detto...

..i "servigi non sono servizi"..se si è innamorati:)

...interessante la poesia.
ciaoo Vania:)

DR ha detto...

mi dichiaro vassallo d'amore