CESARE PAVESE
I MATTINI PASSANO CHIARI
I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
30 marzo '50
(da Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, 1950)
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Constance Dowling era un’attrice americana che recitava senza troppo successo. Nel 1949 si trovava a Roma, al seguito della sorella Doris che aveva una parte in Riso amaro. Anche Cesare Pavese era a Roma, nella settimana a cavallo tra il 1949 e il 1950 e si annoiava: “Ritrovato a fatica gli spunti, ma niente di nuovo. Roma tace. Né le pietre né le piante dicono più gran che. Quell'inverno stupendo; sotto il sereno frizzante, le bacche di Leucò. Solita storia” scriveva sul suo diario il giorno di Capodanno. Poi però incontrò Constance e se ne innamorò perdutamente. Il 7 gennaio rientrò a Torino e cominciò secondo il suo solito a macerarsi, a rimpiangere l’occasione perduta. Il fatto è che le occasioni, qualche volta, possono ritornare: Constance si trasferì a Torino per un periodo di riposo e convinse Cesare a recarsi con lei a Cervinia. Lei è “la vita e il risveglio” per il tormentato scrittore, è la luce – o almeno è quello che lui crede, perché Constance lo illude e poi scompare: ha già una relazione con un attore italiano e poi torna in America per tentare invano di sfondare a Hollywood. Finirà nei B-Movie, in filmacci di second’ordine come Attacco alla base spaziale U.S. di Herbert l. Strock. Cesare Pavese invece non regge all’ennesima delusione, scrive all’amica Romilda Bollati di Saint-Pierre: “Posso dirti, amore, che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una donna rivolge a un uomo? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho avuto i nervi sempre tesi, e la fantasia pronta e precisa, e il gusto delle confidenze altrui? E che sono al mondo da quarantadue anni? Non si può bruciare la candela dalle due parti – nel mio caso l’ho bruciata da una parte sola e la cenere sono i libri che ho scritto”. Il 27 agosto si uccide ingoiando una decina di bustine di sonnifero in una stanza dell’Albergo Roma di Torino.
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CONSTANCE DOWLING E CESARE PAVESE A ROMA NEL GENNAIO 1950
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LA FRASE DEL GIORNO
Sei distesa sotto la notte / come un chiuso orizzonte morto. / Povero cuore che sussulti, / un giorno lontano eri l'alba.
CESARE PAVESE, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950), scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. Nato poeta con Lavorare stanca, si è poi dedicato alla narrativa scrivendo romanzi famosissimi: Paesi tuoi, La luna e i falò, La casa in collina. I suoi temi principali sono il mito e la terra.
2 commenti:
...come cita la poesia..."è affollata questa poesia...ma chiara/solitaria"
ciaoo Vania
la luce che passa e se ne va...
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