Mia di me

MÍA GALLEGOS

MIA DI NESSUNO

Mía Gallegos.
Mia di nessuno. Mia di me.
Senza una biografia.
Dolce. Quasi acida.
Con un destino tracciato
in una croce.

Mía Gallegos. Mia di nessuno,
di nessuno, nessuno, nessuno, nessuno.
Avvinghiata alla dolcezza
come all’unico pane che non conforta.
Mia di nessuno. Mia di me.
Senza aria. In ombra.
Lascia che il tempo passi.
Lascia che la vita passi.
Lascia che l’amore passi.
Lascia che la morte passi.

Mia senza biografia e senza antenati.
Senza radici.
Né santa
né puttana.
Mia di me.

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I poeti sanno come raccontare la realtà: la analizzano. E sanno naturalmente analizzare anche se stessi: perciò questo autoritratto che traccia di sé la poetessa costaricana Mía Gallegos è certamente il migliore possibile: gioca con il suo nome di battesimo Mía e con il possessivo “mia” per sottolineare la sua libertà – anche libertà di donna, rivendicazione della sua femminilità: “Mi appartengo da sola. / Non c’è dicotomia tra lo specchio e me. / Una vive e l’altra sogna. / Insieme ricordiamo un uomo. / Insieme abbiamo scritto questi versi”.

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DAVID GRAUX, “PIERRE DE LUNE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Vivere, già l’ho detto: / tenere a portata di mano un plico di fogli: / una matita, libri, disegni, sogni.
MÍA GALLEGOS

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Mía Gallegos (San José, 1953), poetessa costaricana. La sua poesia mitica e onirica è un esempio di resistenza femminile di fronte a un mondo ostile. All'età di ventitré anni, vinse il Premio Creazione Giovane nel 1976 per il suo libro Golpe de Albas, poi il Premio Alfonsina Storni  nel 1977 e il Premio Nazionale Aquileo Echeverría nel 1985.

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