martedì 8 maggio 2012

Ode a ieri


ÁNGEL GONZÁLEZ

IERI

Ieri è stato mercoledì tutta la mattina.
Nel pomeriggio è cambiato:
era quasi un lunedì,
la tristezza ha invaso i cuori
e c’è stato un chiaro
moto di panico verso i
tram
che portano i bagnanti al fiume.

Intorno alle sette ha attraversato il cielo
un lento aeroplanino, e neppure i bambini
sono rimasti a guardarlo.
Si è spaccato
il freddo,
qualcuno è sceso in strada con il cappello,
ieri, e tutto il giorno
è stato uguale,
vedi,
che divertimento,
ieri e ancora ieri e così fino ad ora,
mentre andava di continuo per le vie
gente sconosciuta,
o dentro casa a fare merenda
pane e caffelatte, che
allegria!
La sera è scesa prontamente e si sono incendiate
calde luci gialle,
e nulla ha potuto
impedire che infine albeggiasse
il giorno di oggi,
così simile
ma
così diverso per luce e profumo!

Per questo,
perché è come dico io,
lasciatemi parlare
di ieri, una volta ancora
di ieri: il giorno
unico che nessuno mai
tornerà a vedere sopra la terra.

.

“Il passato, è la sola realtà umana. Tutto ciò che è, è passato”. È una frase dal Giglio rosso di Anatole France. La nostra vita è momento presente, ma è composta di tanti, tantissimi ieri, che presi uno a uno formano anni e anni. Pensiamo di metterli tutti insieme: migliaia e migliaia di fogli impilati a riempire stanze o pacchettini, come nel bellissimo racconto I giorni perduti di Dino Buzzati. Il poeta spagnolo Ángel González si dilunga a ricordare un normalissimo ieri, un mercoledì che per certi tratti si è rivestito della stanca malinconia dei lunedì, ne traccia una cronaca sommaria, dall’aeroplano che taglia in due il cielo alla merenda con pane e caffelatte: perché ogni ieri è perduto per sempre, con tutte le sue cose importanti e insignificanti, con le sue luci e i suoi cieli, e nessuno più ce lo darà indietro.

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RENÉ MAGRITTE, “LA CONDITION HUMAINE”

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LA FRASE DEL GIORNO
Il passato è la sostanza di cui è fatto il tempo; perciò questo diviene subito passato.
JORGE LUIS BORGES, L’Aleph




Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.



2 commenti:

Vania ha detto...

...ma quant' è che ti scrivo !!!??????????????:))..ora dal 2010...
...vabbè...cambiamo discorso...:))

..oggi c'è una poesia che "legge il tempo"....vedremo domani.;)
ciaoo Vania

DR ha detto...

non lo so: è da tanto, però mi fa davvero piacere :-)