giovedì 31 maggio 2012

Ode alla tristezza

 

VICENTE GAOS

ALLA TRISTEZZA

Se non fosse per te…
se non fosse per te, che ogni sera
mi fai tuo quando il sole declina,
quando ogni cosa è così bella perché è triste,
e affondi ancor più le mie radici
di uomo nella terra… di uomo immensamente
solo di fronte al ponente nel quale Dio fugge.
Che sarebbe di tutto? Che sarebbe
di noi? Mai,
mai avremmo visto
il segreto mistero delle cose.

Oh, tu, tristezza, madre
di tutta la bellezza che ha creato
l’uomo nel dolore che dà la tua mano
con il suo dolce castigo…
Non ti allontanare da me, vieni ogni giorno
a farmi triste, a farmi uomo, figlio tuo…
Fammi visita.

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Lo so: tutti miriamo alla felicità, crediamo di trovare – anche egoisticamente - in essa lo scopo della nostra vita. Ma la vita è fatta di contrasti, e attraverso la tristezza – contraltare della felicità – possiamo rendercene conto: non esiste in noi la perfezione, non siamo impeccabili né invulnerabili o impermeabili alle emozioni. La tristezza ci rende umani, come dice il poeta spagnolo Vicente Gaos: diventa pietra di paragone che ci consente di valutare meglio le cose, di penetrare all’interno del mistero, di coglierne l’infinita poesia.

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EDWARD HOPPER, “UFFICIO IN UNA PICCOLA CITTÀ”

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LA FRASE DEL GIORNO
La vita non è triste. Ha ore tristi.
ROMAIN ROLLAND, Jean-Christophe




Vicente Gaos González-Pola (Valencia, 27 marzo 1919 – 17 ottobre 1980),  poeta, saggista, critico letterario, traduttore e professore spagnolo appartenente alla Generazione del '36  La sua poesia indaga  l'amore, il desiderio, la bellezza e l'angoscia di vivere, il dialogo instaurato con Dio. 


2 commenti:

Vania ha detto...

..bè...sono d'accordo che la tristezza ci rende umani, qui poi viene descritta in modo direi sublime.

...se nella vita di tutti ci fosse meno tristezza...non sarebbe male affatto.

...il "dolore/tristezza" negli uomini molte volte fa si che si perda la strada e ci si ritrovi in labirinti indistricabili.

ciaooo Vania

DR ha detto...

Qui c'è un proverbio in dialetto, che citava spesso mia nonna, che tradotto dice più o meno: "Sempre male non si può andare, un po' di male e un po' di bene sì... e quando non ce la fai proprio più, ti attacchi al buon Gesù"