venerdì 11 novembre 2011

Quattro crepuscoli


ÁNGEL GONZÁLEZ

IL COSIDDETTO CREPUSCOLO

Il cosiddetto crepuscolo
non sarà il rossore – effimero – del giorno
che si sente colpevole
di tutto ciò che è stato
– e non è stato?
Questo giorno fugace
che, proprio come un delinquente,
approfitta dell’ombra per andarsene.

(da Prosemi o meno, 1984)

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CREPUSCOLO, ALBUQUERQUE, INVERNO

Non fu un sogno,
lo vidi:

La neve ardeva.

(da Prosemi o meno, 1984)

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UN LUNGO ADDIO

Che giorno pigro, questo
che oggi non vuole andarsene
alla sua ora.
Il sole,
ormai dietro la linea lucida
dell’orizzonte,
lo tira a sé,
lo reclama.
Ma
gli uccelli lo aggrovigliano
con il loro canto
ai rami più alti,
e una brezza contraria
mantiene in bilico, su di noi,
la polvere dorata
della sua luce.
Esce la luna ed è ancora giorno.
La luce che era d’oro ora è d’argento.

(da Autunni e altre luci, 2001)

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SPERANZA

Speranza,
ragno nero del crepuscolo.
Ti fermi
non lontano dal mio corpo
abbandonato, ti aggiri
intorno a me,
intessendo, rapidamente,
invisibili fili inconsistenti,
ti avvicini, ostinata,
e mi accarezzi appena con la tua ombra
pesante
e lieve a un tempo.
Rintanata
sotto le pietre e sotto le ore,
hai atteso, paziente, l’arrivo
di questa sera
in cui più niente
è possibile…
Il mio cuore:
il tuo nido.
Mordilo, speranza.

(da Senza speranza, con convinzione, 1961 - Traduzioni di Selena Simonatti)

 

“Non cerco mai le poesie: spuntano” disse in un’intervista il poeta spagnolo Ángel González. Spuntano come le sere cadono improvvise nel variare della luce, nel lento inabissarsi della sfera solare, nel tingersi del cielo e delle nuvole. Così il giorno se ne va ogni volta in maniera diversa: talora sembra indugiare, pare che voglia trattenersi, che gli piaccia la compagnia e gli dispiaccia andarsene; talvolta, al contrario, è quasi in fuga, rapido infila l’orizzonte e se ne va abbandonandoci all’oscurità. Ma è in quel momento, in quel rossore del giorno, che ci perdiamo nei ricordi, che cogliamo la meraviglia, che ci lasciamo andare alla speranza. E la poesia spunta…

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IMMAGINE © ELIZABETH STRAWN

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LA FRASE DEL GIORNO
Ora andrà verso altre terre, / portando via luci e speranze / lanciando lontano stormi di uccelli / e rumori e voci e campane / - cane rumoroso che agita la coda / e abbaia davanti alla porta chiusa.
ÁNGEL GONZÁLEZ




Ángel González Muñiz (Oviedo, 6 settembre 1925 – Madrid, 12  gennaio 2008), poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Premio Principe delle Asturie nel 1985 e Premio Regina Sofia nel 1996. La sua opera mescola intimismo e poesia sociale con un tocco ironico. Il passare del tempo, l’amore e la civilizzazione sono i suoi temi ricorrenti, giocati su toni di un’ottimistica malinconia.


4 commenti:

Vania ha detto...

...ci sono dei passagi in queste poesie davvero da Urlo:)...nel senso che sono ok...:))

..belle...belle....spuntano nel pc ed io colgo al volo.;))
ciaooo Vania

....le neve ardeva...questa devo dire che l'ho "vissuta" ...in un piccolo scritto che avevo scritto...scusa della replica...ma butto giù le parole come mi vengono in mente.:)

DR ha detto...

anch'io ho visto la neve ardere, diventare di fuoco... amo molto soffermarmi a osservare i crepuscoli

Tra cenere e terra ha detto...

Autunni e crepuscoli nelle tue pagine meravigliose, come nei tuoi versi. Voorei vederci un po' di primavera, senza aspettarmi alcun inverno...

DR ha detto...

la primavera c'è anche adesso, l'ombra della speranza...