Ecco giugno, la metà dell’anno: tempo d’estate che porta già i frutti, possiamo affacciarci a una balaustra, come Hermann Hesse, e guardare il lago in pieno pomeriggio annusando nell’aria l’odore del fieno tagliato. Oppure restare ad osservare la breve notte cadere, perdendoci in meditazioni come Mario Luzi, mentre intorno si accendono i puntini lampeggianti delle lucciole.
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HERMANN HESSE
GIORNO VENTOSO DI GIUGNO
(Dedicata a Friz Brun)
Spianato è il lago come cristallo -
sull'erta, al vento,
morbida ondeggia l'erba d'argento.
In solitaria
ansia mortale, piange nell'aria,
guizza un vanello.
Dall'altra riva,
tra suon di falci, di odor di fieni
(oh nostalgia!) un'onda arriva.
(da Poesie, 1953 - Traduzione di Ervino Pocar).
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MARIO LUZI
NEL MESE DI GIUGNO
Nel mese di giugno
la città quando sospesa
e alta sopra il nostro sperdimento
si desta alla frecciata delle luci
all'ora incerta tra vigilia e sonno
che il corpo inciampa nel suo peso
ma si rialza sulla sua fatica
nella pausa del tempo tra la rondine e l'assiolo
tra la vita e la sua sopravvivenza,
Tu che spezzi la servitù e l'orgoglio
- dicono - della sofferenza, vieni
se già non sei dovunque
in veste di randagio,
d'infermo, di bambino tribolato.
Segui il timido, accosta il solitario,
ripeti: la virtù quando non giunge
fino all'amore è cosa vana.
È quell'ora della metà dell'anno
che il senza tetto strascica i suoi cenci
sull'erba pesticciata, cerca asilo,
la lucciola lampeggia, il cane abbaia.
(da Onore del vero, Neri Pozza, 1957)
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Il lago Staz a Saint Moritz © Swiss Image
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LA FRASE DEL GIORNO
Bruciano e si consumano le stelle, / regna la Grande Estate.
MARIA LUISA SPAZIANI, Le acque del Sabato
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