mercoledì 12 gennaio 2011

Ascolto il canto delle sirene

 

 

GIUSEPPE UNGARETTI

NASCE FORSE

C'è la nebbia che ci cancella

Nasce forse un fiume quassù

Ascolto il canto delle sirene
del lago dov'era la città

(da L’Allegria, Preda, 1931)

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“Ne L’Allegria convivono due tendenze di poetica. La prima spinge a caricare la parola fino al limite della rottura, secondo l’intensificazione caratteristica del grido espressionistico. La seconda conduce invece a valorizzare l’alone di indefinitezza della parola, creandole attorno isole di silenzi così da potenziarne le suggestioni e il mistero. La compresenza di queste due ragioni espressive determina la sospensione della poesia ungarettiana, a livello del primo libro, tra Espressionismo e Simbolismo”. Questo commento di Romano Luperini mi sembra che si attagli bene a Nasce forse, poesia di Giuseppe Ungaretti, una delle prime dell’Allegria.

Possiamo immaginare un paesaggio cancellato dalla nebbia, dove tutto è possibile e la realtà appare sotto una diversa forma: la percezione dei sensi è tradita, le morgane ingannano, potrebbero esserci le Sirene nell’ombra. È il momento in cui il poeta, chiuso nella sua solitudine, diventa consapevole della propria funzione.

Ho scelto questa poesia di Ungaretti per un motivo preciso: oggi il blog compie tre anni (sembra ieri…) e ha assunto strada facendo sempre più  quella connotazione che avevo in mente quando l’ho aperto: “Ferma la tua nave e il nostro canto ascolta” dicono le Sirene ad Ulisse nel XII canto dell’Odissea. Non mi ricordo se ho già detto perché il blog si chiama così: comunque quel sabato 12 gennaio 2008 scelsi quel titolo tra i tanti che mi frullavano in testa perché la poesia doveva essere centrale – non solo quella dei poeti, anche la “poesia” dell’arte, della fotografia, del viaggio, del vivere. Quella che ci chiama con voce soave, ma che – a differenza delle Sirene – non ci vuole distruggere: al contrario, ci arricchisce.

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Fotografia © Jaroslav Stryjewski

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LA FRASE DEL GIORNO
L’esperienza poetica è esplorazione di un personale continente d’inferno, e l’atto poetico, nel compiersi, provoca e libera, qualsiasi prezzo possa costare, il sentire che solo in poesia si può cercare e trovare libertà.
GIUSEPPE UNGARETTI, L’Allegria




Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1º giugno 1970) è uno dei tre grandi poeti dell’Ermetismo italiano. Trasferitosi a Parigi nel 1912, prese parte alla Prima guerra mondiale nelle trincee del Carso e poi in Champagne. Dal 1935 al 1942 insegnò in Brasile e dal 1947 al 1965 fu professore di letteratura moderna alla Sapienza.


4 commenti:

Vania ha detto...

...bellissimo il tuo commento.
...auguri!


Continuerò a crearti un mondo
incantato affinchè tu possa
vivere felice.
Quando giungerà l'inverno
legherò fiori di carta colorata
sugli alberi spogli perchè
per te sia sempre primavera.

Oltre l'amore ...romano Battaglia

...un mio regalo ...letto ieri sera.:)
ciao Vania

AlmaCattleya ha detto...

Auguri per il terzo compleanno del tuo blog.

DR ha detto...

Grazie e ancora grazie... Tre anni, chi l'avrebbe mai detto?

Adriano Maini ha detto...

"Ci arricchisce!". Mai frase fu più vera!