VITTORIO BODINI
COME UN POLPO SBATTUTO
Come un polpo sbattuto ancora vivo contro lo scoglio
si arricciolavano i miei pensieri
a Bari fra le barche verdi e gli inviti
favolosi dei venditori
di quella iridescente pena; ma io
non avevo che una moneta
d'impazienza e di notte,
una moneta nera dei paesi
dell'interno, che soffoca le case
fra orizzonti di corda su cui oscilla
la tarantola - un'altra pena; e tu un'altra,
quando dicesti: la pietà è più forte
dell'amore. Più rapida è volata
che il mio odio la mano sulla tua guancia.
(da Dopo la luna, Sciascia, 1956)
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Tanti anni fa sono stato a Bari. C’è un’immagine che mi è rimasta impressa: sul Lungomare di Crollalanza i pescatori toglievano i polipi dai secchi e li battevano a lungo sugli scogli per renderli morbidi, li vendevano e ne offrivano pezzettini da assaggiare crudi. È questo ricordo che ha evocato la poesia di Vittorio Bodini: quel gesto crudele con cui il pescatore ammorbidiva la carne del polipo. Non ci pensavo la sera quando al ristorante me lo servivano sul piatto, ma questa pena deve essere rimasta dentro di me, così come in Bodini, per il quale la scena doveva essere frequente. E il poeta interiorizza quella sofferenza, la trasforma in analogia della sua sensibilità, la converte nel suo dolore per quello che credeva amore e invece non valeva neppure la pena di essere vissuto: lo schiaffo all’amata che lo umilia non è liberazione, ma altro dolore.
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Guido Odierna, "Barche di pescatori davanti Capri"
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LA FRASE DEL GIORNO
Vi sono anime fatte per domandare / e altre per rispondere: / la mia è una persiana verde con due occhi dietro.
VITTORIO BODINI, Dopo la luna, “Come farò”
2 commenti:
Similitudine, invero, molto originale per un'animo afflitto da dignitoso dolore. La tua presentazione, complessiva, oserei dire non sia da meno.
..."dura"...come i polipi appena pescati.
ciao Vania
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