BIANCAMARIA FRABOTTA
ENTRANDO NEL CAMPO CERCAI
Il 1° maggio di quel 1789, scesi in giardino
all’alba, per vedere lo stato in cui si trovava
dopo quel terribile inverno in cui il termometro
era sceso, il 31 dicembre, fino a 19 gradi
sotto zero.”
Bernardin de Saint-Pierre
Entrando nel campo cercai
le roselline selvatiche nella rete
gli iris infestanti, i papaveri
i gelsomini bianchi e dopo,
i cavoli, i carciofi fra i narcisi,
sull’arancio ferito i grappoli
profumati della zagara.
In terra giaceva l’edera vizza
screziata di morte lumache
eppure, scriveva Bernardin
non tutto era stato ucciso
dalla terribile severità di quell’inverno.
Ancora, in stile fiorito, il suo giardino
godeva di tardive, ma robuste violette
promesse di fragole e primule, risalenti
filari e tracce di linfa nei peri.
In verità le viti cominciavano
appena ad aprire i germogli.
(da I nuovi climi, Brunello, 2007)
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L’equinozio – oggi alle 10.01 – segna l’inizio della primavera. Come sempre, è tempo di rinascita, tanto da segnare l’inizio dell’anno in molti calendari. Quella rinascita della natura che la poetessa Biancamaria Frabotta va cercando nel campo, inseguendo quei germogli da cui torna a sorgere la vita.
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FOTOGRAFIA © PXHERE
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LA FRASE DEL GIORNO
Gli uomini conoscono la primavera e tuttavia ogni anno la salutano con la stessa gioia bramosa.
JOSEPH ROTH, La milleduesima notte
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Biancamaria Frabotta (Roma, 11 giugno 1946 – 2 maggio 2022), poetessa, scrittrice, giornalista e accademica italiana. Intellettuale a tutto campo impegnata nelle cause civili e nella lotta politica, attivista negli anni Settanta nel movimento delle donne, è stata redattrice delle riviste Orsa minore e Poesia e collaboratrice del quotidiano Il manifesto.
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